PEGGIO DI COSI’ SAREBBE DIFFICILE E’ proprio vero, eguagliare questo novembre sarebbe un’impresa davvero complicata: l’incontrastato dominio anticiclonico a livello europeo ha rappresentato una costante assoluta, quasi mai messa in discussione dai tentativi d’inserimento delle correnti atlantiche, sempre arginate anche nel momento in cui sembrava potersi configurare una svolta. Solamente il Mediterraneo ha risentito delle incursioni perturbate che, nonostante gli isolamenti in basse pressioni autonome, hanno trovato facilmente modo di autoalimentarsi grazie all’energia termica del mare ed alle iniezioni d’aria sub-tropicale richiamata dal Nord Africa.
Una situazione d’assoluto blocco, che tra l’altro a lunghi tratti ha predominato per l’intero autunno e non solo nell’ultimo mese. Forse siamo però di fronte ad un cambiamento di vasta portata, quello che potrebbe definirsi come un momento chiave della stagione: negli ultimi giorni tutto è partito dall’espansione a latitudini un po’ più basse del Vortice Polare, la cui notevole spinta ha limitato le propaggini settentrionali dell’anticiclone continentale che non sono più riuscite a proteggere i paesi nordici.
Saranno proprio le manovre dello stesso Vortice Polare ad imprimere una svolta ben più importante per l’inizio di dicembre: ci sarà infatti un lieve rallentamento dell’attività, sufficiente per determinare maggiori ondulazioni del flusso atlantico. Una prima saccatura dovrebbe probabilmente farsi strada fra il 2 ed il 3 dicembre fin verso l’Italia: non è facile al momento capire quale sarà l’esatta rotta e le ripercussioni, in quanto le proiezioni modellistiche mostrano scenari piuttosto ballerini, dovuti anche al sempre difficile inquadramento dell’ostacolo orografico alpino rispetto a questo tipo di discese perturbate.
L’intrusione perturbata dovrebbe essere accompagnata da un primo afflusso d’aria fredda, congeniale a riportare la neve in montagna, specie sulle Alpi, anche se in questo frangente potrebbero essere i versanti esteri o confinali a risentire delle maggiori nevicate. Quel che è più importante sottolineare è il fatto che il passaggio perturbato non dovrebbe risultare episodico, come gli altri avuti nel corso dell’autunno.