Prima di addentrarci nell’ipotesi evolutiva, consentiteci una premessa. La soluzione proposta scaturisce da un’attenta analisi non soltanto modellistica, ma da una consapevole interpretazione di alcuni indici atmosferici che sembrano sostenere la tesi in oggetto. Ciò detto, osservate con attenzione la MultiModel allegata: noterete un nucleo d’aria gelida collocato sull’Europa centro orientale e pronto a spingersi – con moto retrogrado – verso ovest.
E’ evidente che stiamo dando per assodato lo sprofondamento del Vortice Polare nel cuore del continente e l’irruzione artica conseguente. Perché lo ribadiamo? Semplice: perché la strutturazione del nucleo gelido deriverà dalle copiose nevicate europee e dalla stratificazione del freddo a livello del suolo. Avremo una sorta di “termicizzazione” da effetto albedo, in grado di acuire ulteriormente la magnitudo dell’eventuale retrogressione.
Ma perché possa realizzarsi la dinamica v’è necessità di un passaggio fondamentale: il connubio Alta delle Azzorre/Anticiclone Russo. Ed è quel che sembra emergere dal modello in oggetto, dinamica evidentemente capace di sospingere il nucleo gelido verso ovest. La domanda, a questo punto, è: transiterà a nord delle Alpi o verrà risucchiato nel cuore del Mediterraneo? Difficile dirlo, per il momento fermiamoci all’eventuale realizzazione della dinamica dopodiché valuteremo il possibile coinvolgimento delle nostre regioni.