Continuano ad arrivare conferme in merito all’imponente variazione meteo che ci accompagnerà nella prossima settimana, dopo una lunga serie ininterrotta di giorni caratterizzati dalla calma piatta anticiclonica. Prima di vedere quel che accadrà, è bene focalizzare l’attenzione sulla situazione attuale che vede il “mostro anticiclonico” giunto nella sua fase culminante di massima vitalità: trattandosi di un anticiclone dal cuore caldo, troviamo termiche in quota di tutto rilievo (tra i +10 ed i +12°C) soprattutto tra le Isole Maggiori ed i settori alpini occidentali, ove lo zero termico resta localmente collocato al di sopra dei 3000 metri d’altitudine.
Spifferi d’aria un po’ più fresca stanno nel frattempo scivolando lungo le zone adriatiche, attraverso qualche sbuffo di vento da nord che scorre sul bordo orientale della cupola anticiclonica. Portiamoci ora rapidamente in avanti e vediamo quello che potrebbe avvenire fra appena 5-6 giorni, tramite le stime del nostro modello ad alta risoluzione inizializzato sui dati odierni dell’emissione GFS. Ebbene, sta prendendo sempre più credito un’ondata fredda con traiettoria tale da interessare, almeno in una prima fase, principalmente il Nord.
Se queste proiezioni dovessero venire confermate, la variazione termica rispetto al contesto attuale sarebbe imponente sul Nord e sulla Sardegna soprattutto in quota, seppure qualche grado di temperatura si inizierà a perdere col graduale deterioramento anticiclonico, atteso subito dopo inizio settimana, che precederà l’ingresso delle masse d’aria fredde di provenienza artica-continentale.
L’inverno dovrebbe tornare a fare pienamente il suo dovere in montagna, sia sulle Alpi che su parte dell’Appennino, dove si esprime in maniera più marcata l’anomalia termica attuale. Il previsto divario termico che possiamo osservare sulle mappe in basso va dunque preso come riferimento per la montagna (rammentiamo che l’altezza geopotenziale di 850 hPa si riferisce mediamente a circa 1500 metri d’altezza).