I due quesiti proposti scaturiscono dopo aver seguito le proiezioni modellistiche degli ultimi giorni. Chi ha osservato i modelli avrà notato certamente la continua alternanza evolutiva: dal freddo persistente si passava alla ricucitura anticiclonica. E viceversa. Ma non è stato soltanto un modello a proporci le due soluzioni: chi più chi meno ha stravolto le proprie vedute a seconda degli “umori”.
Ecco quindi che le domande trovano ragion d’essere e in quanto tali pretendono risposta. Guardate cosa dicono le ultime elaborazioni di due tra i più importanti modelli previsionali: l’europeo ECMWF e l’americano GFS. La nostra analisi inizierà dal primo e proporremo l’ipotesi evolutiva concernente la giornata di martedì 10 febbraio. Quel che vedrete è di semplice interpretazione barica: blocco anticiclonico persistente a ridosso del Regno Unito e scivolo artico-continentale verso il cuore del Mediterraneo. Il risultato? Un’altra ciclogenesi decisamente invernale che andrebbe a reiterare condizioni di freddo e neve in numerose regioni.
Ora passiamo all’americano. GFS, per quella data, mostra un blocco anticiclonico sbilanciato ad est e comprendente al suo interno il nostro Paese. Se così fosse – a causa della maggiore attività ciclonica canadese – la nuova irruzione verrebbe dirottata verso il comparto balcanico/ellenico.
Difficile dirvi, ad oggi, quale tra le due ipotesi risulterà prevalente. Analizzando alcuni indici climatici e atmosferici, verrebbe da dirvi che la nostra visione contempla una soluzione prossima a quella proposta dal modello europeo e quindi volta a una reiterazione del freddo anche la prossima settimana. Tuttavia gli equilibri termo-dinamici sono talmente fragili che anche l’eventuale rimonta anticiclonica ha ragion d’esistere.