Il lato docile della Primavera dovrà presto abbandonare l’Italia, per dare spazio alla penetrazione di correnti fredde che daranno una cornice invernale al prossimo week-end, che peraltro coincide con l’avvio della nuova stagionale in base al calendario astronomico. Proviamo a sintetizzare le cause di questa prevista irruzione fredda, con il ruolo decisivo dell’Anticiclone euro-atlantico, lo stesso capace di regalarci una parentesi di tempo sostanzialmente gradevole negli ultimi giorni.
Già nei prossimi giorni l’Alta Pressione alzerà il tiro verso latitudini settentrionali: la marcata risalita del promontorio anticiclonico dovrebbe addirittura presto raggiungere con i massimi barici il tratto di mare compreso fra Islanda e Norvegia. Questo blocco altopressorio lungo i meridiani darà avvio ad una corposa discesa di aria artica dalle Isole Svalbard verso i Balcani, che inizialmente non avrà nessun effetto sul nostro Paese.
Nella giornata di Venerdì 20 l’Anticiclone tenderà a ruotare il proprio asse in senso orario, con il perno che andrà spostandosi verso la Penisola Scandinava ed il Mare del Nord. Questa mossa da manuale fornirà un immediato forcing retrogrado della saccatura sull’Europa Orientale, che tenderà ad espandersi verso il nostro Paese scorrendo lungo il bordo meridionale della figura anticiclonica che stabilirà la sua sede sulla Scandinavia. La modifica dello scacchiere barico ha necessità di doverose conferme, ma va detto che un po’ tutti i modelli concordano su quest’evoluzione e ciò fa salire le probabilità che l’evento possa realizzarsi nei termini appena descritti.
Quest’ondata di freddo probabilmente non sarà sterile e lascerà la sua impronta anche dal punto di vista della fenomenologia, con il ritorno di nevicate tardive fino a quote basse su diverse zone della Penisola. Riteniamo sia ancora un po’ prematuro occuparci di questo tema, mentre per curiosità appare forse più interessante provare a scrutare le dimensioni e l’entità della botta fredda, mostrando quelle che sono le proiezioni lanciate dalle ultime GFS, che oramai insistono su una determinata linea che vedrà le regioni adriatiche maggiormente colpite dalla violenta intrusione di masse d’aria artiche.