Abbiamo assistito in questi giorni ad una importante modifica della circolazione atmosferica in Europa. Le correnti atlantiche, che avevano scorrazzato per tutto il mese di agosto, sono state bloccate dall’erezione di un promontorio d’alta pressione che dalla Gran Bretagna arriva fino alla Russia, supportato nel suo settore occidentale da contributi in quota d’aria subtropicale africana.
Per effetto di questa modifica la circolazione sull’Italia è divenuta da mediamente occidentale (da ovest verso est) a mediamente meridiana (da nord verso sud) con uno cambiamento che ha interessato le nostre regioni, in quasi tutte in termini di meteo più fresco e perturbato, eccetto al Nord-Ovest, protetto dall’Arco Alpino.
A seguire questa fase tenderà a formarsi attorno all’Italia una vasta area con circolazione lievemente ciclonica, l’abbiamo definita palude barica, in quanto non si tratta di una vera e propria zona con un minimo di pressione definito (bassa pressione), né di alta pressione. Su questa zona si convoglieranno correnti mediamente settentrionali che contribuiranno a mantenere una certa instabilità atmosferica, specie sui versanti orientali e al Sud.
Il blocco delle correnti atlantiche durerà dunque ancora un po’, del resto non è una rarità in settembre, il periodo delle piogge autunnali portate dalle depressioni atlantiche comincia normalmente in ottobre al Nord e in novembre al Centro-Sud. Settembre è mese di sole e temporali.
Ma tale blocco potrebbe non essere lunghissimo. La circolazione occidentale ha dominato per quasi tutto l’ultimo anno, davvero con poche pause ed anche questa volta la situazione attuale di cambio circolatorio potrebbe essere soltanto temporanea. Soprattutto il modello ECMWF vede infatti nel medio-lungo termine (oltre i 7 giorni), il cedimento dell’alta pressione di blocco e i primi attacchi delle depressioni polari all’Europa occidentale.
Al momento è solo una ipotesi che andrà verificata nei prossimi giorni. A parere di chi scrive il cambiamento avvenuto in questi giorni è piuttosto significativo e se non decreterà la fine della circolazione atlantica potrebbe però essere almeno l’indizio di un suo dominio meno assoluto nei prossimi mesi.