In questi giorni abbiamo ripetutamente descritto le cause dell’imminente cambiamento, da ricercare nell’espansione dell’alta pressione verso le latitudini settentrionali scandinave. La corrente fredda artica che sta scendendo sui Balcani si troverà infatti costretta a traslare verso ovest, non appena l’Anticiclone si sarà insediato con sempre maggior forza tra la Gran Bretagna e le terre scandinave. L’aria fredda inizierà ad irrompere nel corso del pomeriggio-sera di domani ad iniziare dal Nord e dai settori adriatici, mentre un minimo di pressione andrà scavandosi sui mari meridionali.
Le mappe che seguono (elaborazioni GFS00) si riferiscono ai massimi dell’azione fredda dai Balcani, attesi fra venerdì 20 e sabato 21. In questo frangente il calo termico si sarà propagato a tutte le regioni, mentre gli effetti dell’instabilità saranno maggiormente rilevanti sul Sud Italia, a causa della maggiore vicinanza col profondo minimo di pressione previsto sulle coste ioniche. Non vi è ancora nulla di certo sull’esatta posizione ed evoluzione del minimo al suolo, in quanto alcune elaborazioni modellistiche sostengono la tesi di un centro ciclonico inizialmente in approfondimento più ad ovest, addirittura fra la Sicilia e la Sardegna.
In base alle ultime novità, le precipitazioni possono quindi variare in base ad una diversa dislocazione del minimo. Non si sbaglia a dire che il Nord e le regioni centro-settentrionali tirreniche risentiranno molto marginalmente del peggioramento: solo nella notte su venerdì 20 (esordio dell’avvezione fredda) potranno aversi nubi con precipitazioni sporadiche più probabili sull’Emilia Romagna e sul Basso Piemonte. In genere poi prevarrà il sole fra venerdì e sabato e lo stesso soleggiamento limiterà parecchio la discesa termica. Discorso molto diverso per il Medio Adriatico, il Sud e le Isole, zone più esposte al tiro della circolazione fredda e più vicine al nucleo di bassa pressione: qui l’inverno sembrerà essere tornato in piena regola con la neve che potrà scendere a quote considerevolmente basse, soprattutto durante i maggiori episodi di maltempo. Sarà una situazione di forte instabilità atmosferica, quindi non bisogna tutto sommato attendersi precipitazioni persistenti.
Infine, una doverosa citazione sull’entità della flessione termica che appare sostanzialmente confermata. Non vi sono ritrattazioni d’ampia portata dietro l’angolo e la mappa in basso evidenzia i cali termici maggiori sul Nord. Ricordiamo che si tratta di una previsione in quota (850 hPa) e la percezione al suolo è invece diversa, dipendendo da diversi fattori. Inoltre tale mappa calcola il tracollo termico previsto fra la situazione attuale e quella della notte tra venerdì e sabato: sul Settentrione si parte da isoterme che attualmente superano i +5°C su buona parte del territorio, mentre nella notte fra venerdì e sabato avremo isoterme anche localmente inferiori ai -5°C, a giustificare i cali superiori ai 10 gradi indicati su tali zone. Il freddo sul Nord, relativamente simile a quello che coinvolgerà le regioni centrali, sarà però poco percepito per l’assenza di precipitazioni, la prevalente presenza del sole nelle ore diurne e venti mediamente più deboli di quelli che invece spazzeranno il Centro-Sud.