Il passaggio di consegne fra Novembre e Dicembre avverrà all’insegna di una saccatura perturbata, che rappresenterà di sicuro quella robusta svolta dopo circa 20 giorni in cui hanno prevalso le figure anticicloniche con tempo statico e molto mite. Di sicuro, il maltempo sarà il vero protagonista da domenica al Nord e poi sul resto d’Italia: nella proiezione GFS in basso, per la notte fra lunedì 30 Novembre e martedì 1 Dicembre, possiamo notare lo sfondamento meridiano deciso della saccatura nord-atlantica sul Mediterraneo Centrale, tanto che l’isoipsa 552 dam penetrerà fino al cuore del deserto algero-tunisino. In Italia avremo pertanto bassi geopotenziali ed un minimo ciclonico al suolo molto profondo, presupposti ideali per il maltempo. Da non trascurare l’ingresso, sul bordo occidentale della saccatura, d’aria piuttosto fredda, con isoterme di -30/-32°C a 500 hPa che penetreranno sul Mediterraneo e sui bacini più occidentali della nostra Penisola.
Come evolverà l’ondata di maltempo dal punto di vista delle precipitazioni? Cerchiamo di scoprirlo tramite il modello WRF elaborato dal Centro di Calcolo Meteo Giornale. Nella prima immagine a lato possiamo vedere lo scenario complessivo di lunedì 30 (si tratta delle precipitazioni in 24 ore attese dal mattino di lunedì al mattino di martedì), con pesanti fenomeni sul Nord (abbondanti le nevicate sui rilievi alpini), sulla Sardegna e sulle zone tirreniche, mentre saranno più riparati i settori adriatici date le correnti occidentali che scenderanno dall’Appennino. Per martedì (seconda mappa in basso) il vortice ciclonico, ancora sull’Italia, tenderà lentamente a traslare verso est: la cartina WRF individua ancora vivace variabilità tra il Nord-Est ed il Centro-Sud (restano più esposteai fenomeni le zone tirreniche, come si può ben vedere sulla carta grazie all’accurata orografica del modello ad alta risoluzione), ma con precipitazioni decisamente meno consistenti.
In merito alle nevicate, va detto che nella fase iniziale dell’evento perturbato la quota neve sarà piuttosto ballerina, ma in genere salirà oltre i 1000-1200 metri per via del respiro mite delle correnti meridionali. Tuttavia, l’ingresso incisivo d’aria fredda in quota farà poi calare il livello delle nevicate. A tal proposito, è molto interessante osservare il livello dello zero termico (immagine a lato) previsto per le ore centrali di martedì 1° Dicembre. Tenendo in considerazione il fatto che la quota delle nevicate si trova in genere a qualche centinaio di metri più in basso rispetto all’altezza dello zero termico, è facile supporre che le nevicate potrebbero scendere fino a quote attorno agli 800-1000 metri sulle zone alpine, sul Nord Appennino e sui rilievi della Sardegna.