Dal quasi inverno all’Autunno…e poi? Le prime grandi piogge dell’autunno stanno per entrare nel vivo, almeno per quanto riguarda le regioni settentrionali: il Nord-Ovest, che più di tutti è la zona al momento più “assestata”, riceverà martedì una razione notevole di Giove Pluvio, per effetto di un assalto perturbato atlantico. Il blitz ciclonico, sfruttando il varco iberico, sarà congeniale al richiamo perturbato sciroccale sulle nostre regioni, per quello che promette d’essere un mix perfetto per portare intenso maltempo. Fortunatamente la perturbazione non sembra dover insistere troppo a lungo sulle medesime zone, per cui ci auguriamo che possano essere scongiurati danni dovuti al passaggio da un eccesso all’altro.
Altri impulsi perturbazione proveranno ad approfittare subito della nuova rotta per giungere all’assalto dell’Italia, ma probabilmente senza la stessa forza d’impatto. Nel frattempo, non si smuoverà l’anticiclone continentale di blocco, che si sarà insediato in modo granitico fra le zone orientali dell’Europa e l’area baltica: i massimi barici ad alte latitudini risulteranno infatti in un primo tempo congeniali per l’inserimento delle perturbazioni atlantiche verso il Mediterraneo. Tuttavia, già verso la metà della prossima settimana l’Atlantico sembra destinato di colpo a perdere vitalità e di questo approfitterà il redivivo anticiclone delle Azzorre, che tenterà un allungo verso la Penisola Iberica.
Questa manovra del promontorio azzorriano risulterà probabilmente decisiva ai fini dell’evoluzione meteo anche per quel che concerne l’Italia nella fase di passaggio fra ottobre e novembre. L’ala orientale dell’alta pressione delle Azzorre potrebbe infatti agganciarsi alla cellula anticiclonica russo-scandinava: ne scaturirebbe un ponte di blocco che sbarrerebbe la strada ai fronti atlantici. L’Italia, trovandosi sul bordo meridionale della distesa anticiclonica, risentirebbe dell’azione di un flusso fresco orientale, ulteriormente attratto da una persistente lacuna ciclonica instabile sui mari meridionali italiani.
Non è escluso che qualche nucleo instabile in moto retrogrado dai settori balcanico-danubiana possa ravvivare l’instabilità sul Mediterraneo. In sostanza, si avrebbe una ricaduta verso un regime circolatorio simile a quello che sta dominando nell’ultimo periodo: se queste proiezioni dovessero essere confermate, il Ponte d’Ognissanti si preannuncia con clima abbastanza fresco e con turbolenze instabili principalmente confinate sulle regioni del Sud.