Nelle ultime settimane abbiamo più volte ribadito che la stagione invernale non doveva ritenersi chiusa, in base ai costanti segnali degli indici di teleconnessione che facevano presupporre nuove possibili ingerenze fredde verso l’Europa, ma con possibili ripercussioni anche sul Mediterraneo. Ormai ci siamo, una colata fredda sta già invadendo parte delle zone centro-orientali del Vecchio Continentale e presto farà sentire il proprio respiro rigido anche verso l’Italia.
Questa nuova fase fredda si sta realizzando sulla base di una pulsazione anticiclonica verso nord sul Vicino Atlantico, tale da generare a breve una forte struttura stabilizzante di blocco nei pressi delle Isole Britanniche, in maniera tale da costringere una parte dell’aria fredda artica a deviare il suo percorso verso ovest, senza pertanto scendere esclusivamente verso le rotte carpatico-danubiane ed i Balcani.
L’evoluzione maggiormente significativa da seguire è quella relativa alla giornata di domenica, quando un ulteriore blocco d’aria fredda artica, quello maggiormente rilevante, proverà ad entrare sul nostro Paese. Questa saccatura fredda dovrebbe puntare il proprio asse verso le nostre regioni settentrionali, ma vi sono incertezze sulla reale traiettoria compiuta dal nocciolo freddo: le GFS ad esempio evidenziano il possibile scivolamento del nucleo artico ad ovest delle Alpi, per poi rientrare dalla Porta del Rodano e dirigersi verso la Corsica e le regioni centrali. Si potrebbe trattare di un’evoluzione non così dissimile, sebbene forse un po’ meno fredda, da quella del 12 Febbraio, che ha visto l’Italia interessata in maniera più uniforme da un consistente raffreddamento.
L’evoluzione proposta invece da ECMWF è quella già evidenziata ieri, con il nocciolo freddo che tenderebbe a scivolare verso la Spagna, attratto da un minimo secondario in contemporanea risalita dall’Africa nord-occidentale, per via di una radice dell’alta pressione meno solida, in prossimità delle coste portoghesi. Questa seconda soluzione vedrebbe un ulteriore importante minimo ciclonico sui mari meridionali italiani, con maltempo diffuso sull’Italia ed altra probabilità di neve fino a bassa quota localmente in pianura sulle regioni settentrionali, all’interno del flusso freddo orientale che accompagnerebbe il moto retrogrado del nocciolo freddo.