Nel Nord Emisfero, la circolazione troposferica in quota alle medie e alte latitudini è ancora caratterizzata da vistosi scambi meridiani, che si manifestano però in misura minore rispetto ai giorni passati, con tendenza a retrocessione delle grandi onde planetarie.
Sulla superficie isobarica a 500 hPa è in atto una parziale attenuazione delle intense e vaste anomalie positive di geopotenziale che hanno interessato soprattutto il Nord Atlantico dalla seconda metà di gennaio. Inoltre, queste anomalie sono ora disseminate in modo irregolare, ma con una prevalenza di quelle positive alle alte latitudini.
Gran parte di queste caratteristiche della circolazione troposferica, soprattutto alle latitudini più alte, sono da attribuire alle dinamiche stratosferiche.
Nella stratosfera, ripetuti “stratwarming” hanno determinato lo sviluppo di un macroscopico anticiclone artico nella media e alta stratosfera e la dislocazione su Nord Atlantico e Nord Europa dell’agonizzante vortice polare.
Queste anomalie stratosferiche fanno pensare ad una possibile affermazione precoce dell’anticiclone stratosferico estivo, tipicamente posizionato col suo massimo in sede polare. Se poi si tiene conto del fatto che i geopotenziali dell’alta troposfera tropicale sono più alti del normale, non si può non temere un inizio estate particolarmente caldo e precoce nell’Emisfero Boreale.
Tornando ad esaminare la situazione attuale, appaiono evidenti le ricadute troposferiche delle forti anomalie stratosferiche. Nella media e alta troposfera viene assecondato lo sviluppo di “cut-off” anticiclonici in sede artica, mentre viene soppresso il “blocking” nord-atlantico.
L’intensa propagazione verticale d’onda e i marcati disturbi meridiani del vortice polare, responsabili delle persistenti anomalie stratosferiche degli ultimi due mesi, tendono lentamente ad attenuarsi, ma le loro conseguenze continueranno a manifestarsi ancora a lungo.
Nei prossimi giorni, quel che resta del VP, subirà un intenso “split”, con la creazione di un minimo sull’Europa centro-orientale e di un secondario centrato sul Labrador settentrionale.
La scissione del vortice polare stratosferico sosterrà la formazione, nella media e alta troposfera, di promontori anticiclonici ad onda corta, soprattutto nel nord Pacifico e tra il Nord Europa e il Nord Atlantico, mentre la persistenza dell’anticiclone stratosferico artico incoraggerà fenomeni di “wave break” dei promontori, con sviluppo di blocchi anticiclonici troposferici alle alte latitudini.
Le basse latitudini temperate e quelle sub-tropicali saranno influenzate solo in parte da queste dinamiche stratosferiche, mentre si intensificheranno i “forcing” di derivazione tropicale.
L’ulteriore migrazione verso levante dell’oscillazione intrastagionale tropicale MJO (“Madden Julian Oscillation”) determina una intensificazione dell’attività temporalesca nella fascia inter-tropicale americana, in estensione all’Atlantico tropicale. Nel medio-lungo termine, l’attività convettiva si propagherà alla fascia inter-tropicale africana. Durante questa fase di MJO, i “forcing” di matrice tropicale che alimentano l’anticiclone sub-tropicale mediterraneo, dovrebbero raggiungere la massima intensità.
Probabilmente, tra la fine di questo mese e l’inizio del prossimo, la “Madden Julian Oscillation”, ora abbastanza debole, si rafforzerà portandosi sull’Oceano Indiano dove sono presenti marcate anomalie positive delle temperature superficiali, specialmente poco a sud dell’equatore. Si creeranno così le condizioni per lo sviluppo di tifoni a partire dal settore orientale di quell’oceano, con rischio di “landfall” sulle coste dell’Africa orientale e del Madagascar.
Quest’ultima fase di MJO dovrebbe portare al declino dell’alta pressione sub-tropicale mediterranea, che potrebbe però conservare una residua vitalità a causa di “forcing” di derivazione tropicale indotti dalle anomalie termiche superficiali dell’Atlantico, più caldo del normale soprattutto a nord-est del Venezuela e della Guyana.
Ciò fa ritenere che, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, venga a configurarsi nell’area mediterranea una “situazione ibrida”, di compromesso, con graduale ingresso dei “westerlies” atlantici, a momenti ostacolati da residue intrusioni anticicloniche sub-tropicali.
I “westerlies” atlantici saranno alimentati da potenti “jet streams” in uscita dal Nord America orientale, dove sarà molto spiccato il contrasto tra l’anticiclone sub-tropicale e un profondo vortice freddo in quota sul Canada orientale, assecondato dal minimo secondario derivato dalla scissione del VP stratosferico.
La tendenza a formazione di “blocking” alle alte latitudini favorirà, probabilmente, la propagazione verso levante delle correnti a getto del fronte polare che, scorrendo al disotto degli anticicloni artici e nord-atlantici, dovrebbero investire soprattutto l’Europa occidentale nel medio termine e l’Europa centrale insieme a gran parte del “mare nostrum” nel lungo termine.