Le alte pressioni invernali non rappresentano un’anomalia climatica. Diventano anomalia solo in caso di lunga persistenza. Analizzando le proiezioni modellistiche di questi ultimi giorni, potrebbe non essere questo il caso.
Anche stamane la maggior parte dei modelli è concorde nell’individuare all’inizio della terza decade del mese lo smantellamento della struttura altopressoria – che già nelle prossime 48 ore comincerà a perdere un po’ di forza – ad opera delle depressioni collegate al ramo atlantico del Vortice Polare.
Il primo attacco atlantico, target 20 dicembre, potrebbe risolversi in un evento perturbato modesto, ma potrebbe preparare il terreno per l’entrata di una successiva saccatura durante le feste natalizie.
Non tutti i modelli sono concordi con questa evoluzione, NAVGEM e BOM-GASP vedono una maggiore resistenza anticiclonica. In effetti il rischio è proprio questo: che le basse pressioni delle latitudini subpolari e le alte pressioni di quelle subtropicali siano complementari tra loro, si rinforzino a vicenda ma rimanendo ognuna nei territori d’appartenenza.
La struttura ad Omega, che è quella più pericolosa per la persistenza anticiclonica, verrà però smantellata, dopo metà mese le correnti zonali atlantiche porteranno aria più mite verso l’Europa orientale, e il freddo che si sta accumulando in questi giorni ad Est dell’Italia, ad oggi non sembra possa produrre effetti più ad Ovest.
In sintesi: da qui a Natale non è prevista alcuna ondata di freddo sull’Italia, ma l’alta pressione è prevista indebolirsi, insidiata dalle depressioni atlantiche.