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Alluvioni sul Mediterraneo: perché?

di Fiorentino Marco Lubelli
11 Dic 2004 - 15:09
in Senza categoria
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alluvioni-sul-mediterraneo:-perche?
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Le anomalie termiche dei mari il primo ottobre 2004 (prima mappa) e il 13 novembre (seconda mappa). Si nota il Mediterraneo passato rapidamente da un'anomalia negativa ad una positiva. Fonte: www.noaa.gov.
alluvioni sul mediterraneo perche 1974 1 2 - Alluvioni sul Mediterraneo: perché?
Precipitazioni copiose hanno afflitto la nostra penisola meridionale negli ultimi giorni. Ben 600mm in poche ore in Sardegna, nubifragi e trombe d’aria in Sicilia, disagi e vittime di un fenomeno di inaudita violenza che si è abbattuto sul nostro meridione, ultimo di una lunga serie, in questo articolo tentiamo di spiegare i motivi climatologici che stanno dietro questi fenomeni.

Quando una depressione si forma sul mediterraneo, essa ha la capacità di restare per così dire “viva” anche quando il motore che l’ha generata, solitamente l’infiltrazione d’aria fredda da alte latitudini, smette di alimentarla, dando origine al cosiddetto cut off.

Ciò che accade è molto semplice, l’energia necessaria per restare in vita la depressione la preleva direttamente dal mare, approfondendosi in maniera direttamente proporzionale all’energia che riesce a sottrargli attraverso il vapore. Dunque tanto più il mediterraneo è caldo, tanto questi cut off saranno prolungati e pericolosi. Nelle righe successive capiremo come mai, tante alluvioni quest’anno in mediterraneo.

Dopo un’estate non fresca, ma nemmeno lontanamente paragonabile con l’estate dei record del 2003, il Mediterraneo appariva il 1° di Ottobre più freddo del normale con temperature superficiali che erano più basse di 1-2 gradi rispetto all’anno precedente, da questo momento in poi, l’Italia e buona parte del Mediterraneo venivano interessate da una circolazione prevalentemente meridionale con temperature che per tutto Ottobre sarebbero rimaste sopra la media con record di caldo storici battuti durante le feste di Ognissanti quando il sud fu colpito da un ondata di calore con isoterme di + 20°C a 850hPa sul meridione; questo tipo di circolazione aveva provocato l’innesco di una bomba che nessuno si aspettava potesse recare tanti danni.

Il Mediterraneo infatti appariva già il 22 Ottobre di 2°C al di sopra dei valori normali, ma il 2 Novembre oramai tutto il mediterraneo centro occidentale appariva fra le zone con anomalie positive maggiori di tutto il pianeta; con un catino “bollente” a ridosso della Libia. Insomma energia per dare vita alle alluvioni ce n’era abbastanza, è bastato che aria fredda si infiltrasse sul Mediterraneo per innescare i disastri, disastri che si sono generati in maniera perfida e apparentemente imprevedibile.

Partiamo infatti analizzando l’alluvione del 12-13 Novembre in Puglia, le cui origini erano dovute a una irruzione di aria fredda artica che aveva prodotto un minimo sullo Jonio, che una volta andato in cut-off non si era esaurito, ma spostandosi dalla Sicilia verso il centro del Mediterraneo era andato a finire sull’Algeria con i suoi minimi pressori, innescando correnti meridionali umide che passando per il Golfo della Sirte, caldissimo, avevano scaricato sulla Puglia quantitativi immani di precipitazioni (fino a quasi 300 mm in 24 ore in alcune zone della provincia di Taranto).

Stesso copione per la Sardegna: anche qui un minimo originatosi sull’Iberia figlio anch’esso di una discesa artica in una zona particolarmente surriscaldata del Mediterraneo, ha potuto isolarsi prima sulla Sardegna pescando aria umida dal Mediterraneo algerino, anch’esso molto caldo, e poi ancora dal Mediterraneo libico innescando i nubifragi con annesse grandinate e trombe d’aria in Sicilia e Calabria. Insomma non solo figure bariche insistenti come motivo principe delle alluvioni, ma soprattutto energia, tanta energia in gioco in questi gironi sullo scacchiere mediterraneo.

Fortunatamente dopo tanti danni oggi il Mediterraneo appare raffreddato con addirittura anomalie negative su quasi la totalità di esso, a dimostrare quanto la natura si sia intestardita a colmare una anomalia positiva nel minor tempo possibile innescando danni incalcolabili alla nostra penisola. Chiudo ricordando che è possibile prevedere queste situazioni, e prevenire danni e vittime, basta volerlo, e basta porre alla direzione degli enti interessati al monitoraggio e prevenzione dei fenomeni violenti personale informato sulla meteorologia locale mediterranea.

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