La grande anomalia della circolazione atmosferica su scala emisferica, che ha causato un marzo da PEG (Piccola Era Glaciale) su mezza Europa, non ha del tutto risparmiato nemmeno l’Italia. Se a livello termico si sono viste le briciole del grande gelo che ha imperversato nel nord e centro Europa, le retrogressioni artiche hanno spesso originato depressioni sull’Atlantico orientale o sul Mediterraneo occidentale, che nel loro moto verso levante hanno raggiunto a più riprese le regioni italiane. Il Nord, la Sardegna e le regioni centro-meridionali tirreniche sono state bersagliate da frequenti ed intense perturbazioni, che hanno prodotto uno dei mesi di marzo più piovosi dell’ultimo secolo, ma al Nord, soprattutto al Nord-Ovest e solo nell’ultima decade del mese anche al Nord-Est, hanno portato anche basse temperature, soprattutto diurne, con il risultato che in diverse città del nostro Settentrione era da 25 anni che non c’era un marzo così freddo.
A Milano (stazione di Linate) marzo 2013, con una media di 7°C, è stato il più freddo dal 1987, e con 151 mm il più piovoso dal 1985. Il capoluogo lombardo ha vissuto un netto cambio climatico a partire dal 1988 e in relazione agli ultimi 25 anni le anomalie di questo marzo sono fortissime. Le temperature massime, pari a 10.7°C, sono infatti ben 5.1 gradi al di sotto della media degli ultimi 25 anni, ma solo 2.6 gradi inferiori alla media del trentennio 1961/90. Nel complesso è il 5° marzo più freddo, preceduto oltre che dall’87 anche dai mesi di marzo ’70, ’71 e ’76, e il quinto più piovoso degli ultimi 50 anni preceduto dal 1964, 1979 (di un soffio), 1983 e 1985. Nella storia lunga ormai 250 anni della stazione di Milano-Brera, non sono molti i mesi di marzo più piovosi: spicca tra tutti il 1916, che detiene il record con 264 mm, e precedono il 2013 oltre a quelli già visti in precedenza anche il 1786, il 1862, il 1863, il 1876, il 1901, il 1904 e il 1937.
Di Genova abbiamo già fornito molti dati in un altro articolo, in questa sede ricordiamo solo che il marzo corrente è stato il più freddo dal 1987, e nel parametro delle temperature massime dal 1971, e il più piovoso dal 1985, ma in gran parte dell’area urbana probabilmente dal 1916. Inoltre non si può non citare la nevicata del 18 marzo, la più tardiva dal 1928. Mese molto perturbato anche nel resto della Liguria, con valori di pioggia quasi ovunque superiori ai 200 mm, anche nel solitamente mite clima dell’estremo ponente, dove a Sanremo non pioveva così tanto in marzo dal 1937.
Una zona molto colpita dal freddo e dalle precipitazioni, anche nevose, è stata quella della Pianura Padana occidentale a sud del Po. A Piacenza negli ultimi 40 anni solo il marzo 1987 con una media di 4.6°C è stato più freddo per 0.7°C di quello 2013, e nessuno per quanto riguarda la media delle temperature massime che si è attestata a 9.1°C. Marzo 2013 è stato anche, con 189 mm, in assoluto il più piovoso. L’archivio di Piacenza è però piuttosto limitato, possiamo avvalerci per i decenni precedenti dei dati di Parma, da cui si evidenzia come in questa zona mesi di marzo più freddi, a partire dal 1951, si ebbero nel 1958 e nel 1962, e più perturbati, a partire dal 1831, nel 1904, 1909 e 1964.
Procedendo verso est, anche Bologna mostra interessanti anomalie, sia lato termico che precipitativo. Per quanto quest’ultimo mese sia stato freddo, basta tornare indietro al 1996 per trovare un marzo, seppur di poco, più freddo, mentre il marzo 1987 fu simile nelle massime ma nettamente più freddo nelle minime. Tuttavia l’anomalia termica rimane piuttosto corposa, pari a -1.4°C rispetto alla media 1961/90 e -1.9°C rispetto alla media 1971/00. I 150 mm di pioggia caduti rappresentano invece il record dal 1964, quando ne caddero 172. In precedenza spiccano il 1959 con 192 mm, il 1880 con 171 mm, il 1853 con 173 mm, il 1846 con 195 mm e il 1832 con 191 mm.
Spostandoci verso il Nord-Est, le anomalie termiche diminuiscono decisamente, portandosi generalmente entro 1 grado di anomalia negativa, solo l’ultima decade, ha visto, per le temperature massime, valori molto al di sotto della norma, anche di oltre 5 gradi rispetto alla media 71/00. E proprio durante la terza decade del mese, il giorno 25, grazie ad una forte irruzione artica, si è verificata su gran parte della Pianura Veneta, anche nelle zone costiere, una tardiva nevicata.
Ma ben maggiori sono state le anomalie di precipitazione. A Venezia (Tessera) i dati di pioggia che si ricavano dalla decodifica dei “messaggi synop” sono da record ultra secolari. La somma dei dati parziali (rilevati ogni 6, 12 o 24 ore) arriva a 331 mm! Secondo la rielaborazione di tali dati effettuata dal NOAA, la somma scenderebbe a 312 mm, un valore comunque sbalorditivo. Il precedente record per la stazione di Venezia-Tessera è datato 1970 con 173 mm. Nemmeno analizzando i dati della vicina Padova, la cui serie inizia nel 1713, si evidenziano valori prossimi a quello di quest’anno, il record è rappresentato dai 242 mm del 1928. I dati di Venezia, su cui qualche dubbio permane, sono “quasi” confermati da Treviso, che ha visto cadere 271 mm di pioggia, mentre Verona (Villafranca) si è fermata a 156 mm, valore ben al di sotto di quello veneziano, ma record per la città scaligera dall’inizio della serie dati (1961). In un’area geografica prossima a quella veneta, anche Brescia, con 192 mm, ha siglato il proprio record di pioggia marzolina a partire dal 1952.
All’estremo oriente del Nord Italia si situa Trieste. La città ha vissuto un eccezionale episodio di gelicidio, seguito da neve, il giorno 25 marzo. La terza decade del mese è risultata la più fredda dal 1969 e per le temperature massime dal 1962, ma nel complesso il mese è stato non di molto al di sotto della norma, appena 0.3°C rispetto alle medie 1961/90 e 0.5°C rispetto a quelle 1971/00. Tutt’altro andamento hanno avuto le precipitazioni, frequenti e abbondanti come raramente accaduto in passato. La pioggia caduta, pari a 200 mm, fa di questo marzo il secondo più piovoso dal 1841, preceduto soltanto dal 1928 con i suoi 209 mm. Anche i 235 mm caduti a Ronchi dei Legionari, confermano l’eccezionale piovosità del mese nella zona giuliana. Ed anche nell’alta pianura friulana si sono avuti picchi prossimi ai 300 mm, ad esempio segnaliamo i 258 mm di Aviano.
Se dobbiamo trovare un’area del Nord Italia non interessata da particolari anomalie, dobbiamo cercarla nel nord Piemonte. Lo dimostrano i dati di Torino (Caselle). Gli 89 mm caduti sul capoluogo piemontese sono solo appena superiori alla media trentennale, e la temperatura media massima di 11.3°C, è 2 gradi sotto la media del trentennio 1971/00, ma appena 1 sotto quella del trentennio 1951/80, mentre la minima risulta in media. Anche in quest’area vi sono però stati episodi nevosi che non si verificano certo tutti gli anni in marzo, ma che nemmeno si possono considerare eccezionali.
Potrebbe rappresentare questo mese di marzo un sintomo che qualcosa nel clima europeo, dopo il forte riscaldamento iniziato a fine anni ’80, sta cambiando? Alcuni segnali, almeno per quanto riguarda gli inverni, in effetti ci sono già da alcuni anni, ed anche le estati, soprattutto nel comparto nord-occidentale europeo hanno dato qualche timido cenno di cambio di rotta. Del resto indici oceanici, minimo solare e alcuni feedback originati proprio dal Global Warming, sembrerebbero propensi a causare una almeno temporanea inversione del trend al rialzo delle temperature. I prossimi anni ci diranno se questi cicli naturali riusciranno ad essere più forti dei forcing antropici.