Non ci si dovrebbe più stupire di nulla, considerando l’inverno che abbiamo trascorso. Inutile ricordarvi che l’intero trimestre fu condizionato da anomalie termiche positive non solamente in Italia, ma anche al di là dei nostri confini nazionali.
Diciamo che l’unico mese in grado di riequilibrare l’andamento delle temperature è stato marzo e speravamo in un aprile che potesse riservare piacevoli sorprese. Ma così non è stato. Il bilancio della prima metà del mese è impietoso: il caldo è stato davvero notevole. Si osservi la mappa delle anomalie termiche su scala continentale, non scordandosi che si tratta del modello USA CFSv2 e che il raffronto è fatto con la media trentennale 1981-2010.
Le aree con temperature inferiori alla norma si contano sulla punta delle dita: Penisola Iberica, nordovest della Francia, Irlanda e Norvegia sudoccidentale. Nel resto d’Europa sono state registrate anomalie positive considerevoli, specie sul comparto balcanico e del Mar Nero. In Italia l’anomalia si è attestata mediamente sui 2-3°C, ma con picchi localmente superiori (anche 3-4°C su Nordest, Emilia Romagna e regioni centrali).