Stiamo archiviando una fase di maltempo che, specie sull’Europa centro settentrionale, ha assunto connotati tipicamente invernali. Non che sulla nostra penisola non vi siano stati fenomeni eclatanti, ricordiamo le nevicate sino a quote collinari, anche meno, su molte delle regioni del centro nord. Oppure le piogge, i forti rovesci, o ancora il vento impetuoso.
Ma non si può trascurare l’origine di tali fenomeni, non possiamo dimenticarci che in molti paesi continentali sta nevicando e le temperature sono gelide. E’ il caso della Scandinavia, delle Repubbliche Baltiche, ma fa freddo anche sulla Germania e sull’Europa centrale in genere. Aree che identificano, anche per chi ha minore esperienza meteorologica, l’origine dell’ondata di maltempo.
Una vasta ondulazione ciclonica artico-marittima è andata portandosi verso sud, scorrendo lungo il bordo orientale dell’alta pressione oceanica. Distesa, a sua volta, lungo i meridiani atlantici. Prerogativa essenziale, ma non di certo l’unica, per le ondate di freddo sul territorio europeo. Tuttavia è bene rimarcare che l’aria fredda è giunta irruente, invadendo il Mediterraneo e portando un marcato calo termico. Tanto marcato da farci rivivere condizioni prettamente invernali.
In tanti, forse, si staranno chiedendo se in tutto ciò possa esservi qualcosa di anomalo. Bene, la risposta è no. Sappiamo che marzo sa essere un mese dinamico, capace di alternare fasi tardo primaverili ad altrettante invernali. Ma se inseriamo il contesto in un campo di anomalie termiche a livello continentale, bene, ci renderemmo conto che l’episodio vissuto ha comunque una sua importanza. Vogliamo difatti mostrarvi, come prima mappa, quella relativa all’anomalia termica europea dal 1 dicembre 2007 al 1 marzo 2008. L’intera stagione invernale, perlomeno dal punto di vista astronomico.
Facile notare, dalla scala dei colori, come buona parte del territorio europeo, rispetto alla media quasi trentennale 1968-1996, sia stato soggetto a scarti termici positivi. Anomalia che, in Scandinavia e sulla Russia Europea, ha raggiunto fino ai 4 gradi in più rispetto al periodo di riferimento. Con una diminuzione da nord verso sud. L’osservazione italica mette in luce anomalie positive su regioni settentrionali e parte delle centrali, ancor più a sud l’inverno è stato termicamente normale. Per poter osservare valori negativi bisogna muoversi verso oriente, tra Grecia, Turchia e Africa nord orientale.
Ma affinché l’analisi si riveli oggettiva, è importante osservare la prossima mappa, riferita alle anomalie termiche registrate a livello continentale nel periodo compreso tra il 20 marzo ed il giorno di Pasqua. Or bene, notiamo come gran parte dell’Europa sia stata soggetta a scarti termici negativi, sempre in riferimento alla media quasi trentennale suddetta.
Scarti che hanno raggiunto punte negative sui paesi scandinavi, addirittura sino a -8 gradi rispetto alla norma stagionale. Ma buona parte dei settori occidentali e meridionali, Italia compresa, hanno registrato un’anomalia negativa. Tra -4 gradi e -8 sulla Francia, la Germania, il Benelux, la Svizzera, l’Austria. Tra i -2 ed i -4 sull’Italia centro settentrionale, nessuno scarto invece su regioni meridionali e Sicilia. Appare inoltre evidente come l’anomalia divenga positiva portandosi verso il nord Africa ed il Medio Oriente, ove in questi giorni è in atto un’intensa ondata di calore.
Si evince pertanto che abbiamo vissuto comunque un episodio invernale notevole, ancora in atto su molti stati dell’Europa centro settentrionale. Tuttavia le previsioni indicano un progressivo riscaldamento nel corso del week end. Come mostra l’ultima mappa allegata, la GFS-SPECIAL by MTG (relativa alla differenza di temperatura agli 850 hPa tra la situazione attuale e la giornata di domenica prossima), l’avvento anticiclonico su biona parte del territorio continentale determinerà un netto ridimensionamento del freddo.
Evidente come sull’Europa centrale e parte di quella orientale gli scarti termici positivi siano superiori ai 10-12 gradi. Unica eccezione la Russia europea, ove invece potrebbe manifestarsi un ulteriore raffreddamento ad opera di permanenza ciclonica artica.