EMERGENZA ARTICO – Qualche giorno avevamo già anticipato le prime rilevazioni del nuovo record negativo sul fronte dei ghiacci della calotta artica e puntualmente è giunta la conferma da parte del National Snow and Ice Data Center (Nsidc): i satelliti, che monitorano la superficie dell’Artico, hanno calcolato che il livello dei ghiacci marini, in data 26 agosto 2012, ricopriva solamente 1,58 milioni di miglia quadrate (corrispondenti a circa 4.10 milioni di chilometri quadrati), appena il 30% della superficie complessiva dell’Oceano Artico. L’area dell’Artico che presenta la perdita più elevata rispetto alla norma è quella sul Mar di Beaufort, il Mare di Laptev e il Mar di Kara.
RECORD NEGATIVO BATTUTO – Nel settembre 2007 si era registrato l’ultimo minimo dell’estensione dei ghiacci, pari a circa 4.17 milioni di km quadrati. Siamo quindi già ben al di sotto del minimo raggiunto 5 anni fa e tra l’altro con grande anticipo: restano ancora alcune settimane prima della fine del disgelo ed è probabile che il record precedente possa essere battuto con ampio margine. L’area coperta dai ghiacci artici durante l’estate di solito raggiunge il suo punto più basso intorno al 13 settembre, quando la regione comincia a raffreddarsi. Il minimo stagionale dovrebbe risultare ancora più basso e potrebbe scendere al di sotto dei 4 mln di km quadrati. Lo stato di fusione appare al momento inarrestabile, ad una media di ben 38.600 miglia quadrati al giorno.
MOTIVI DELLO SCIOGLIMENTO ECCEZIONALE – Le cause di una fusione così marcata dei ghiacci sono da ricercare non solo nell’aumento globale delle temperature, ma anche nelle recenti condizioni meteo. D’altronde la copertura di ghiaccio più sottile si scioglie facilmente durante l’estate, ma la fusione può accelerare in caso di alcuni eventi meteorologici come venti tempestosi o intense perturbazioni. Ad inizio agosto effettivamente si è verificata una violenta tempesta nella regione artica, che è stata un fattore importante nella rapida perdita dei ghiacci avvenuta nelle ultime settimane. Ancor di quella tempesta, i ghiacci erano comunque sulla scia del record del 2007 probabilmente il minimo storico si sarebbe stato ugualmente anche senza quella tempesta.
DIMINUZIONE DEL 40% RISPETTO A CIRCA 30 ANNI FA – Le rilevazione dei ghiacci hanno avuto inizio dal 1979 e coprono quindi un periodo di ben 33 anni: con il trascorrere degli anni si è sempre osservato un trend negativo, che si è notevolmente accentuato nell’ultimo decennio. Come possiamo appurare dall’immagine in apertura dell’articolo, il confronto appare davvero impietoso rispetto alla situazione in cui si è iniziato a monitorare l’Artico. Il livello del 1979, in cui i ghiacci artici arrivavano a lambire la parte più settentrionale dei continenti americano ed eurasiatico, è ormai un lontano ricordo: l’estensione dei ghiacci artici si è ridotta ormai di circa il 40% rispetto a quegli anni.