CONFIGURAZIONE BARICA DI BLOCCO – Aldilà dell’improvviso rigurgito invernale di questi giorni, la primavera 2013 verrà comunque ricordata, anche su parte d’Italia, per le piogge eccezionali e l’assenza di periodi di stabilità: tutta un’altra storia rispetto agli anni passati in cui l’anticiclone sub tropicale ci regalava caldi estivi precoci, talora persistenti. Le peculiarità di primavera sono legate a a quello che è stato l’impianto barico prevalente in questa seconda parte di primavera, assai penalizzante per l’Ovest Europa. Il comparto occidentale del Continente si è infatti venuto a trovare fra due anticicloni semistazionari, quello delle Azzorre rimasto costantemente relegato in Atlantico (posizionato più a nord del normale) e quello dell’Est Europa dove ha portato le temperature insolitamente calde soprattutto sulla Russia.
ESTREMI IN EUROPA – In questo contesto appena descritto le perturbazioni atlantiche hanno trovato quindi valvola di sfogo sulla parte ovest dell’Europa, con evoluzioni spesso improntate al maltempo eccessivo anche sull’Italia per via del muro anticiclonico più ad est che ha impedito il naturale spostamento delle perturbazioni. Inoltre, le pulsazioni verso nord dell’anticiclone delle Azzorre hanno dato manforte alle discese d’aria artica, con fasi di freddo fuori stagione contrapposte al caldo estremo che ha invece riguardato le nazioni orientale del Continente. In questa fase, il flusso polare ha affondato la lama a latitudini ancor più basse, apportando fresco notevole anche sull’Italia, mentre in precedenza il Meridione era sempre rimasto ai margini e sotto tiro dei flussi caldi nord-africani.
LE CAUSE DELL’ANOMALIA – La configurazione meteorologica di questa primavera 2013 ha avuto una ripetitività assolutamente impressionante, che si è ulteriormente enfatizzata in questo mese di maggio. La colpa di questo andamento perturbato freddo per il periodo è legata all’anticiclone oceanico ed alle sue espansioni verso nord. Come mai l’anticiclone delle Azzorre è stato finora così restio ad espandersi sui paralleli ed invadere l’Europa Mediterranea, privilegiando invece le rimonte a nord? Una fra le risposte è anche legata a quella che è la situazione delle temperature superficiali delle acque oceaniche: notiamo come le acque più fredde della norma si trovino proprio a ridosso coste europee sul Mare del Nord, elemento incentivante per la deviazione ed affondo del getto polare verso l’Ovest Europa.