Il gelo è stato capace di stupire su gran parte d’Europa grazie al periodo di circa 20 giorni particolarmente rigidi che si sono avuti da fine gennaio fino alla conclusione della seconda decade di febbraio. Erano i primi giorni di febbraio (sembra passato un secolo, ma è solo un mese fa) quando la realizzazione del cosiddetto Ponte di Wejkoff ha fatto riversare il gelo siberiano nel Continente, ma questo fiume gelido è stato controbilanciato da una risalita d’aria più calda sub-tropicale atlantica che ha coinvolto in una certa misura l’Islanda, lambendo anche l’Irlanda e sfondando con decisione sulle aree artiche norvegesi.
Sulle Isole Svalbard, l’arcipelago norvegese nei pressi del Circolo Polare Artico, per diversi giorni si misuravano temperature superiori a quelle di Milano ed Istanbul. Situazioni estreme derivanti dalla concomitante espansione dei due anticicloni con caratteristiche diversi che, unendosi, hanno creato una configurazione barica inusuale ed una prolungata fase di blocco: gelo eccezionale fino alle latitudini mediterranee e nord-africane, mentre anomalie opposte si sono impossessate dell’Artico. Febbraio è stato per l’Arcipelago delle Svalbard il mese in assoluto più caldo da quando esiste la serie storica di dati raccolti dal 1978.
Non solo l’ultimo mese dell’inverno, ma anche il resto della stagione è stato caratterizzato da temperature molto più elevate della norma: basti pensare che gennaio è stato il 2° più caldo che si sia mai registrato, mentre dicembre è risultato il sesto in questa speciale classifica del caldo. Il bilancio complessivo del trimestre invernale ha visto una media di temperatura di -5.2°C, la più alta che si sia mai registrata. Il precedente inverno più caldo era stato quello 2005/2006, con una media di temperatura pari a -5.4°C. L’anomalia positiva registrata rispetto alla norma trentennale è stata di ben 7 gradi di scarto dai valori medi.
Non sorprendono ormai più di tanto le temperature così elevate che si stanno registrando sull’Artico, senza dubbio fra le zone del Pianeta che più di altre stanno patendo gli effetti del Global Warming. Lo scorso inverno aveva però fatto eccezione con una media trimestrale di ben -13.2°C, circa un grado sotto la norma. Il trend termico degli ultimi 10-15 anni mostra però degli aumenti quasi costanti e notevoli: l’unica eccezione rilevante si era avuta nell’inverno 2004 che, con una media di temperatura di ¬-16.8°C, era risultato il secondo inverno più freddo dall’inizio della serie storica delle rilevazioni meteo.