Esiste un vecchio metodo empirico, per la previsione a lunghissimo termine (mesi o stagioni intere), ed è quello relativo all'”alternanza biennale”, ovverosia all’osservazione che alcuni mesi tendono a presentare le stesse caratteristiche di due anni prima.
Questo tipo di tempo lo stiamo osservando, almeno in parte, anche durante questi giorni.
Il mite inizio di Aprile del 2009 ricalca in parte l’andamento del caldissimo mese di Aprile 2007, quando vennero abbattuti numerosi record storici di caldo su gran parte d’Italia.
Questo almeno dal punto di vista termico, in quanto l’Aprile 2007 fu secchissimo su quasi tutta la nostra Penisola, mentre quest’anno le piogge non mancano.
Ma cosa c’è di vero, in questa cosiddetta “Alternanza biennale”?
Innanzitutto, osservando i diagrammi termici (o pluviometrici) di una determinata località, notiamo spesso il susseguirsi di caldo e di freddo, tanto da far somigliare il diagramma ad una serie di denti di una sega, e questo rappresenta una “prova” dell’esistenza di una oscillazione biennale dei parametri.
Innanzitutto, esiste una corrispondenza nelle correnti ad alta quota, in particolare la QBO, Oscillazione Quasi Biennale, che interessa principalmente le correnti in quota comprese tra i due Tropici, nord e sud.
Con una periodicità di 24-30 mesi (anziché di 24 mesi, quindi non coincidente esattamente con il doppio anno solare), le Correnti ad alta quota Equatoriali oscillano tra la direzione Est e quella Ovest, avendo quindi un’influenza diretta nell’ambito del clima intertropicale.
In pratica, a seconda delle fasi, i venti in superficie, con QBO occidentale, si fanno divergenti dall’Equatore verso di Tropici, oppure, al contrario, con QBO orientale, convergono in direzione dell’Equatore.
Questo ovviamente influenza grandemente il tempo e le precipitazioni nella fascia equatoriale, incrementando o diminuendo la frequenza degli Uragani, ad esempio, oppure influenzando la quantità di pioggia nel Sahel.
Tuttavia, esistono prove che tale QBO vada ad interessare vari parametri atmosferici, come ad esempio la distribuzione della pressione al livello del mare, oppure sulla durata del manto nevoso nei due Emisferi, ecc.
Un’influenza diretta del ciclo della QBO potrebbe esserci anche sul ciclo Nino – Nina, con periodicità però un decennale, legata quindi al ciclo solare, ma qui le cose si fanno veramente complesse, e si ricorre a complicati calcoli statistici per trovare eventuali correlazioni.
Pressoché sicura è invece l’influenza sul Monsone Indiano, che aumenta d’intensità durante una fase occidentale della QBO.
In conclusione, questo ciclo potrebbe dunque rappresentare una prova a sostegno della frequente coincidenza dell’andamento del tempo simile a quello di due anni prima, anche se poi la durata del ciclo della QBO, molto variabile, non permette una ripetizione sistematica del tempo.