Questa seconda parte di Agosto si sta rivelando nettamente diversa dalla prima metà del mese. Si sono infatti modificati gli schemi di circolazione (detti anche pattern atmosferici) che hanno governato lo scenario barico in Europa: come è noto, si è chiusa la lunga e storica parentesi caldissima che ha avvolto le zone più orientali del Continente e la Russia, mentre le discese instabili della circolazione nord-atlantica hanno più difficoltà a giungere sul Mediterraneo, per una serie di motivi riconducibili ad alcuni parametri interconnessi fra loro.
Anzitutto, va notato il fatto che la fascia di convergenza inter-tropicale (ITCZ) è salita di latitudine anche sul settore occidentale del Nord Africa, portandosi molto recentemente oltre la norma stagionale, anche se non in misura eccezionale come sulla porzione orientale africana. Questo dislocamento verso latitudini più settentrionali dell’ITCZ fa in modo di favorire una posizione più settentrionale della fascia di alte pressione sub-tropicali, che riescono quindi ad influenzare con maggiore facilità il Mediterraneo. Un ulteriore spinta favorevole all’ingresso delle alte pressioni africane sul Mediterraneo si spiega con presenze di affondi ciclonici in Atlantico (NAO su valori negativi), poco al largo del Golfo di Biscaglia. Come possiamo notare dall’osservazione del grafico in basso (seconda immagine), tutto il mese di luglio era invece trascorso con un’ITCZ in linea o poco al di sotto della norma climatologica.
Nel frattempo, con la netta riduzione delle velocità zonali medie emisferiche (fattore stagionale), si contrappone un’accelerazione del flusso zonale in quota alle alte latitudini europee, per il ritorno in piena forma del Vortice Polare. La lunga permanenza della MJO (“Madden Julian Oscillation”) in fase 2 ha favorito lo sviluppo di un intenso vortice ciclonico secondario alle alte latitudini atlantiche, con ulteriore forza per il “polar jet” in transito sul Nord Europa.
Questi fattori tutti insieme hanno pertanto inevitabilmente contribuito a spezzare la catena del grande caldo in Russia ed a colmare la lacuna barica che aveva a lunghi tratti coinvolto il cuore del Mediterraneo, visto che l’anticiclone delle Azzorre rimaneva generalmente forte solo in Aperto Atlantico (configurazione da EA+) senza essere supportato dal “collega sub-tropicale”.