In questi primi 20 giorni di dicembre il gelo ha spadroneggiato su una fetta molto ampia del Continente Europeo: le anomalie maggiori, fino a 5-6 gradi nel complesso al di sotto della norma stagionale, hanno riguardato la fascia meridionale scandinava, la Germania, la Polonia e parte della Russia nord-occidentale. Per alcune zone si tratta di anomalie davvero prossime ai record ultradecennali e, se l’addolcimento termico di questa parte finale del mese non dovesse essere così rilevante, questo dicembre potrebbe annoverarsi fra i più gelidi a livello europeo nell’ultimo cinquantennio e non solo, specie sulle nazioni più colpite, avvicinando dei livelli davvero impensabili.
Apparentemente potrebbe risultare sorprendente ma, come possiamo apprezzare dalla cartina, sull’Italia il trend sottomedia appare tutt’altro che accentuato: solo su gran parte del Nord si sono misurati scostamenti dalla media di circa -2°C, mentre sull’estremo Sud e sulle Isole si viaggia addirittura in un regime termico di complessiva normalità. Nessuno scalpore, quest’equilibrio è infatti dovuto alle ricorrenti avvezioni calde che, nel corso della prima decade, hanno penalizzato non poco l’Italia Centro-Meridionale. Non a caso, mentre il Nord Europa ha fatto i conti con scenari di gelo da PEG, tra il Mar Nero, la Turchia ed il Mar Nero possiamo apprezzare una fase calda dicembrina piuttosto marcata.
L’andamento termico delle ultime settimane trova ragion d’essere nelle anomalie della pressione atmosferica: una consistente zona anticiclonica di blocco si è infatti piazzata sul Nord Atlantico, mentre pressioni ben più basse della norma hanno riguardato il comparto Mediterraneo. In virtù di questo pattern circolatorio, le correnti artiche si sono riversate sull’Europa, mentre l’aria più calda africana ha risalito la china costantemente verso il Mediterraneo Orientale e le nazioni prospicienti il Mar Nero.