RILEVAZIONI DA MINIMO STORICO – Il timore che avevamo manifestato ad inizio estate si è purtroppo puntualmente verificato: quest’estate 2012 è stata terribile per i ghiacciai artici, che hanno perso terreno in modo inarrestabile dopo una parentesi primaverile che era stata al contrario positiva. Già da metà agosto, la superficie del ghiaccio marino ha raggiunto i minimi assoluti (ben inferiori a quello dello stesso periodo del 2007) con un mese d’anticipo: a livello di area coperta dai ghiacciai, ci sono state ulteriori perdite tali da scendere già da qualche giorno sotto il minimo stabilito nel 2007, quando la banchisa artica aveva raggiunto una minima estensione di circa 2.900.000 km quadrati. Il ghiaccio marino si è sciolto in modo particolarmente rapido tra il 4 agosto e l’8 agosto, periodo che è coinciso con un temporale intenso sopra il Mar Glaciale Artico centrale.
PERDITA DEL GHIACCIO ELEVATISSIMA – La situazione non muta se si analizza l’estensione dei ghiacci, che sarebbe vicinissima o già oltre al record del 2007 (4.267 milioni di km quadrati) secondo la maggior parte degli istituti: per estensione, a differenza dell’area, si considerano tutte le superfici coperte da almeno il 15% di ghiacci. Un rapporto del National Snow and Ice Data Center ha evidenziato come il ritmo medio di perdita di ghiaccio dalla fine di giugno è stato estremamente rapido di poco più di 100.000 chilometri quadrati (38.000 miglia quadrate) al giorno. Diversamente dall’estate del 2007, quando sull’Oceano Artico centrale si era stabilita un’alta pressione, mentre una bassa pressione interessava la costa settentrionale euroasiatica, l’estate del 2012 è stata caratterizzata da condizioni variabili.