Siamo nel cuore di marzo con la primavera meteorologica ormai ben avviata, sebbene il clima mantenga connotati invernali soprattutto sulla parte centro-meridionale del Paese: a conferma di ciò anche le abbondantissime nevicate in Appennino fino a quote basse. Concentriamo ora però l’attenzione sull’inverno e cioè sul trimestre freddo da dicembre a febbraio: è stata sicuramente una stagione giunta con fatica e che poi si è manifestata solo a sprazzi, senza episodi di gelo estremo fatta eccezione per quanto accaduto a cavallo fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 sul Sud Italia. Si è recentemente sottolineato che il mese di febbraio è stato quello clou invernale (vedere qui per ulteriori approfondimenti).
L’ultimo mese invernale è stato l’unico con temperature risultate in linea con quelle tipiche del periodo, in raffronto al trentennio 1971/2000, ma anche particolarmente ricco di precipitazioni e conseguenti abbondanti nevicate sui rilievi. L’andamento complessivo della stagione risente inevitabilmente anche di dicembre e gennaio, mesi risultati generalmente più caldi del normale. L’anomalia dell’intero trimestre invernale è stata pari a +0.9°C, sempre sulla base dei dati ISAC-CNR: nel dettaglio notiamo scarti dalla norma più elevati al Nord, mentre il Sud ha avuto un inverno più freddo e temperature localmente nella media stagionale. La piovosità è risultata più abbondante della norma, con scarto del 36% rispetto all’ultimo trentennio.