Sulla base del calendario astronomico la primavera non è ancora giunta, anche se ormai da qualche settimana i primi tepori stagionali, grazie ad un anticiclone in grande forma, hanno guadagnato a tratti terreno su diverse zone del comparto occidentale dell’Europa. Il freddo invernale continua a tenere duro sui settori europei più orientali, dalla Finlandia fino alle zone balcaniche: nell’ultima settimana, da domenica 4 a sabato 10 marzo, l’Est dell’Europa ha visto prevalere anomalie termiche negative, anche abbastanza marcate in Romania dove localmente i valori sono rimasti al di sotto delle medie di 5-6 gradi. Clima gelido, come confermato dalle temperature assolute che sono localmente scese fino a 20 gradi sottozero.
Sul resto del Continente si sono invece registrate temperature più prossime alla norma, con prevalenza di scarti positivi pur lievi soprattutto in Portogallo, sulle Isole Britanniche e sulla Penisola Scandinava. Queste ampie differenze sul Continente derivano dall’egemonia anticiclonica che è rimasta confinata alle nazioni occidentali dell’Europa, senza sfondare più ad est dove invece hanno avuto ampio spazio le discese d’aria artica. L’Italia è rimasta un po’ nel mezzo fra le due distinte circolazioni, con il clima più temperato che ha dominato in modo più efficace sulle regioni settentrionali del Paese.
Per quanto concerne le precipitazioni, dicevamo del vasto dominio anticiclonico sulla parte occidentale del Continente che ha inevitabilmente contribuito a bloccare i passaggi perturbati d’origine atlantici. Evidente quindi la prosecuzione del deficit pluviometrico con prevalente assenza di precipitazioni su gran parte della Penisola Iberica e della Francia, ma ben poca pioggia è caduta anche in Gran Bretagna e bisogna arrivare verso i fiordi norvegesi per trovare fenomeni più cospicui. Non è andata meglio nemmeno su quasi tutta l’Europa Centro-Orientale, dove il clima più freddo non si è certo associato a precipitazioni degne di nota.