Prevenzione e monitoraggio: con questi due concetti il Messico occidentale si è organizzato al meglio per fronteggiare l’emergenza dell’uragano Patricia (è stato ufficializzato che si è trattato del terzo uragano più violento della storia con una pressione minima da 879 hPa) e ne è uscito vincitore.
Ora Patricia è rapidamente traslato verso NE ed ha raggiunto il Texas, dove in questo momento sta causando delle alluvioni e la formazione di alcune supercelle tornadiche.
Gerardo Ruiz Esparza, ministro alle Comunicazioni e trasporti messicano, ha confermato la notizia che tutti ci auguravamo: l’uragano Patricia non ha causato morti o feriti nel Messico.
E’ vero che Patricia è stato classificato al terzo posto tra gli uragani più violenti, ma è anche vero che appena le prime propagini del ciclone hanno toccato la costa ha perso rapidamente energia.
Ecco così che le attese raffiche da 350 km/h si sono verificate solo in mare aperto, mentre il grosso dell’uragano è transitato nella zona compresa tra Puerto Vallarta e Acapulco senza causare danni particolarmente clamorosi. Si sono tuttavia avute raffiche di vento fino a 250 km/h ed alluvioni lampo, ma la parte più intensa del ciclone ha perso energia in modo estremamente rapido e in meno di 18 ore è stato declassato da uragano di quinta categoria della scala Saffir-Simpson a tempesta tropicale.
Messico, Paese considerato arretrato dai Paesi Occidentali, ha dato un esempio di efficienza in ambito di prevenzione meteorologica.
E lo abbiamo visto durante il comunicato del Presidente della Repubblica, quando ha parlato alla popolazione con chiarezza e determinazione, dei rischi dell’Uragano. Mentre alle sue spalle si scorgevano vari monitor che riprendevano in diretta la situazione meteo, che rafforzavano sicurezza di un sistema di prevenzione che funziona più che in vari Paesi Occidentali.
COMPLIMENTI MESSICO!