Benché ci siano stati proclami, nonostante si tirino in ballo paragoni infondati, la stagione attuale ha assunto un andamento che nel corso di più di un editoriale abbiamo definito come la nuova “normalità” delle estati Mediterranee. A ben vedere, andando a ritroso, ritroviamo un unico picco realmente caldo: quello dell’ultima decade del mese di giugno.
E forse proprio quell’onda calda indusse tanti a pensare che gli allarmi lanciati dai mass media circa un possibile remake del 2003 non fossero cosi privi di fondamenti. Ma per chi già da allora osservava i movimenti delle figure bariche sullo scacchiere Europeo, concluse che il raffronto sarebbe già perso in partenza.
Certo allora non si poteva dare la certezza assoluta che il caldo non riavrebbe fatto patire tre mesi d’inferno, ma si disse che le conclusioni si sarebbero potute trarre con dei dati concreti alla mano. Numeri che saranno a disposizione al 21 settembre (o per noi previsori, il 1 settembre) ma che già oggi, 16 luglio 2005, fanno cadere qualsiasi illusorio paragone col passato.
È stato detto che stiamo entrando nella seconda fase calda della stagione, ma ne abbiamo già stabilito durata e caratteristiche. E dopo tale analisi possiamo concludere che non rappresenterà certo un evento di eccezionalità, se è vero che statisticamente dal 15 luglio al 15 agosto abbiamo le maggiori probabilità di pesanti ondate di calore.
Ci pare quindi di poter ribadire senza grossi indugi quanto ipotizzato nel corso di un articolo pubblicato tempo fa, allorquando cercammo di presentare il possibile proseguo dell’estate in essere. Ossia che le oscillazioni determinate dagli scambi meridiani di calore proseguiranno con tutta probabilità fin verso il traguardo stagionale, scongiurando persistenze tali da avanzare paragoni col 2003 o col 2002.
L’estate del 2005 verrà ricordata forse come una delle più dinamiche dell’ultimo decennio. Una stagione dove i picchi di calore vengono immediatamente controbilanciati da fresco ed instabilità talvolta violenta. Dove le grandinate hanno assunto una frequenza mai riscontrata prima d’ora. Dove la siccità che attanaglia il Nordovest è ben lungi dall’essere colmata. Insomma, un’estate all’insegna degli scambi meridiani, nuova fase di un cambiamento climatico sull’intero territorio Europeo.