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Scienziati: catastrofe climatica Polo Nord estinto questa Estate, disastri a catena. Indagine

di Andrea Meloni
07 Giu 2016 - 10:19
in Senza categoria
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Peter Wadhams è uno scienziato di fama mondiale (studia il clima del Polo Nord) e qualche giorno fa ha rilasciato ad autorevoli giornali e riviste mondiali l’esito delle sue ricerche.

Chi volesse, in questo LINK potrà conoscere chi è il capo scienziato che afferma quanto vi scriveremo. Tema di cui già ieri mi ero occupato in TEMPOITALIA.IT.

Nelle ultime ore ho voluto andare a fondo sulle effettive dichiarazioni rilasciate, abbattendo il più possibile i filtri che derivano dalle interpretazioni dei vari intermediari dell’informazione.

Ieri, su diversi giornali italiani è apparsa la notizia secondo cui sparirebbe un Continente a seguito dello scioglimento della banchisa polare.
Mi sono chiesto quale Continente sparirebbe e perché, senza trovare traccia, nelle riviste internazionali, di questa previsione. Forse si ritiene che l’Artico sia un Continente? Beh, non lo è.

Tra le tante interviste rilasciate dal professor Wadhams, quella più credibile appare nel sito independent.co.uk, e afferma:
Il professor Peter Wadhams, capo del Gruppo di Fisica dell’Oceano Polare all’Università di Cambridge ha detto a The Independent che buona parte degli ultimi dati elaborati previsionali, inizializzati con i dati sull’attuale situazione dello stato dei ghiacci polari (banchisa del Polo Nord), siamo ormai prossimo alla data in cui il ghiaccio polare, d’Estate sparirebbe.
Il professore rammenta che tale previsione è emersa già quattro anni fa, e che dalle previsioni appena ottenute il ghiaccio artico potrebbe scomparire quasi completamente entro la fine dell’Estate 2016.

Dai dati satellitari e dalle elaborazioni del US National Snow & Ice Data Centre osserviamo (afferma il professore) che il 1° giugno 2016 la copertura del ghiaccio marino era di 11,1 milioni di chilometri quadrati, contro una media degli ultimi 30 anni che era di 12,7 milioni. Ovvero abbiamo una riduzione di 1.5 milioni di superfice. Ma la riduzione dei ghiacciai è avvenuta soprattutto nello spessore, e ciò accorcerà i tempi di fusione estiva.
Per intenderci sulle grandezze: la diminuzione dell’estensione dei ghiacciai polari è pari ad una superficie di circa 5 volte quella dell’Italia.

Lo scienziato afferma che a fine Estate, considerate la previsione dell’ennesima calda (rispetto alla media) estate polare, la superfice ghiacciata si ridurrà a soli 3,4 milioni di chilometri quadrati. E ciò costituirebbe un record.

“Credo, afferma il professore, che ci sia una ragionevole possibilità che se non quest’anno, il prossimo, al termine dell’Estate l’Artico sarà libero dai ghiacci nella sua parte centrale, ovvero nel punto dove viene localizzato il nostro Polo Nord. Si tenga conto che buona parte dei ghiacci residui saranno limitati a quelli intrappolati tra le isole canadesi.
L’ultima volta che l’Artico è stato libero di ghiaccio era circa 100.000-120.000 anni fa.”

Sono affermazioni molto dure quelle del professore, che non è uno scienziato pazzo. Tuttavia, vari altri scienziati dissentono l’esternazione del professore, e persino criticano le sue affermazioni perché si teme lo screditamento della ricerca scientifica sul clima.

Lo scienziato afferma che “il rapido riscaldamento della regione polare ha innescato gli eventi meteorologici estremi come cicloni “bomba”, le inondazioni in Gran Bretagna, la straordinaria stagione dei tornado negli Stati Uniti, il maltempo estremo in atto in varie regioni d’Europa, come altri estremi climatici nel nostro Emisfero.

Il professore sottolinea che il ghiaccio del mare al largo della costa nord della Russia, non è più presente per gran parte dell’anno, ed il mare di raggiunge temperature decisamente molto più calde rispetto a prima (anche di oltre 10°C superiori alla media.”

Ma delle varie affermazioni del professor Wadhams si è occupata anche la rivista scientifica di fama internazionale Nature.

Ribatte Dottor Peter Gleick, un altro climatologo leader: “non ho alcuna idea se la previsione professore del Wadhams sia corretta, tuttavia l’avvertimento dato deve essere un monito, perché la situazione climatica nel Polo Nord è drammatica, e un così ampio cambiamento porterebbe sconvolgimenti climatici in tutto l’Emisfero Boreale, specialmente nella stagione estiva”, con ripercussioni anche in quella invernale.

Insomma, da quando abbiamo potuto apprendere non sparirà nessun Continente: l’Artico non è un Continente.

Tuttavia, agli albori di ogni nuova stagione non intermedia (Estate e Inverno), leggiamo notizie di imminenti catastrofi climatiche. Sovente sono i vari giornali che amplificano e alterano la notizia, altre volte sono gli scienziati che si mal spiegano le teorie e poi chiedono di pubblicare smentite.

Da divulgatori che siamo, a distanza di 12 ore da precedente articolo, dopo aver letto varie riviste, ma soprattutto dall’ampiezza planetaria che ha fatto la notizia, ci attendiamo da mondo scientifico una maggiore chiarezza e magari coesione nel presentare previsioni di tale portata.

Il professor Wadhams è sicuramente un luminare della scienza, ma non può rappresentare le decine di migliaia di altri scienziati. Vorremmo leggere il loro pensiero dopo aver analizzato le ricerche e previsioni dello staff del professore, sapere se vi è dissenso o approvazione.

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