Cresce l’allarme per l’avvicinamento dell’impatto contro l’atmosfera terrestre del Satellite UARS: ormai si contano le ore dal momento in cui il Satellite incontrollato precipiterà, con il rischio che alcuni detriti di dimensioni più o meno pericolose possano giungere integri fino al suolo. Quando avverrà lo schianto? Al momento non è ancora possibile stabilire il momento preciso nel quale il corpo spaziale andrà a disintegrarsi, anche se si stanno facendo calcoli sempre più accurati con i super cervelloni per capire dove potrebbero precipitare i detriti. Fra le varie ipotesi tracciate, non è del tutto escluso il potenziale coinvolgimento dell’Italia.
In particolare, sono stati evidenziati, nel corso di una riunione odierna del Comitato Operativo della Protezione Civile, due presunti scenari che vedrebbero il Nord Italia a rischio della potenziale caduta di uno o più frammenti. Il primo scenario, che è quello rappresentato nella carta in alto, potrebbe avverarsi se il satellite cadesse intorno alle 21.45 di venerdì: la fascia di rischio (individuata nella scala di 200 chilometri) comprenderebbe gran parte del Nord Italia, che potrebbe quindi trovarsi nel punto di traiettoria, così come in un altro caso sarebbe a rischio l’Italia di Nord-Est se il veicolo spaziale precipitasse attorno alle 3.50 del mattino.
Non è il caso comunque di fare alcun allarmismo: la probabilità resta bassa, stimabile attualmente intorno allo 0,9%, che uno o più frammenti del satellite UARS possano cadere sul territorio italiano. La certezza della caduta si potrà sapere solo 40-60 minuti prima dell’evento, con un’approssimazione spaziale di 10-20 chilometri. Ricordiamo che l’intero veicolo spaziale pesa circa 6.5 tonnellate ed è stato calcolato che 26 componenti di esso, con peso variabile dai 156 chili ai 6 etti, potrebbero raggiungere il suolo. Il rischio di incidenti per l’uomo, secondo la Nasa, è stato calcolato di 1 su 3.200.
In base alle attuali informazioni, è lampante l’impossibilità di mettere a punto un eventuale piano d’intervento che preveda l’evacuazione (anche perché si tratterebbe di un’operazione che dovrebbe coinvolgere 20 milioni di persone) e pertanto la Protezione Civile punterà all’autoprotezione attraverso informazioni dettagliate e trasparenti, in quanto le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti. I suggerimenti più utili, al momento, sono quelli di evitare i luoghi aperti nelle finestre di caduta e di evitare i piani alti degli edifici e di porsi sotto le architravi o nelle zone ad angolo delle proprie case e non al centro dei solai.