Certo non ci si stupisce più di nulla. E se tra una settimana saremo nuovamente alle prese con violenti temporali e frequenti grandinate, rientrerà tutto nella normalità della stagione estiva 2005.
Ma proviamo per un attimo a rivolgere la memoria al recente passato, escludendo le annate del 2003 e del 2002, eccezionali per contrapposte ragioni. È difficile ricordare altre estati caratterizzate da continui walzer termici, o grandinate di tale violenza e con frequenza quasi settimanale.
Capita allora di chiederci come mai, perché il clima stia cambiando così nettamente. Perché il mite clima Mediterraneo pare trasformarsi giorno dopo giorno in qualcosa di estremo ed imprevedibile. O se vogliamo, prevedibile ma non accettabile.
Già, perché con gli attuali mezzi a disposizione non sarebbe difficile mettersi al riparo da eventi dannosi. Si pensi agli ingenti danni che può subire una coltura agricola colpita dai proiettili scagliati dal cielo. Non ultimi quelli caduti 2 giorni fa nelle zone interne della Sardegna Centro orientale, frutto di violenti temporali innescati da infiltrazioni di aria instabile proveniente dai Balcani.
Il perché di tutto questo discorso? Semplice. Da giorni discutiamo sulla prossima ondata di caldo e sulla sua possibile durata. Qui sul MTG già dalla sua preventivata origine si ipotizzò una durata assai limitata, al massimo in 4-5 giorni in quelle zone (il Sud) interessate dalla maggior permanenza.
Ma paradossalmente il motivo della sua breve durata potrebbe rappresentare un problema. Già, perché aria più fresca (molto più fresca se paragonata al caldo in arrivo) da martedì si affaccerà sulle regioni del Nord, spazzando via il caldo dei giorni precedenti.
Cosa significa tutto ciò? Che i contrasti termici diverrebbero nuovamente accesi, specie sui rilievi e le zone interne del Centro e del Nord. E bisognerà prestare attenzione, perché lo scontro tra masse d’aria di cosi differente natura (anche se poi l’aria più fresca non potrà certo essere definita fredda) non può che portare alla formazione di temporali anche di violenta intensità, con grandinate che tornerebbero ad interessare molte zone della Penisola.
Ma come si può facilmente leggere nell’editoriale, non sussistono particolari difficoltà nel prevedere il rischio di determinati eventi. Certo non possiamo darne la certezza assoluta, così come non possiamo prevederne l’esatta localizzazione (difficile dire dove scarica la propria energia una cella temporalesca). Tuttavia possiamo sostenere la presenza di tutti quegli ingredienti individuabili come fattori scatenanti.