Sono passati ormai 7 anni dalla storica ondata di caldo che ha sconvolto l’Europa per una buona fetta della stagione estiva: in considerazione dell’eccezionalità di quanto avvenuto nel 2003, si erano sprecati gli aggettivi più disparati, per sottolineare che un’estate come quella difficilmente poteva essere ripetibile. Eppure, l’estate 2010 ha partorito un evento di caldo estremo di proporzioni ben superiori rispetto a quello del 2003: tutto ciò, come è risaputo, si è verificato appena ad est del Vecchio Continente ed esattamente in Russia, peraltro dopo uno fra gli inverni nel quale il gelo e la neve erano tornati grandi protagonisti.
Le elaborazioni NOAA ci consentono di mostrarvi questo interessante confronto: abbiamo scelto di mostrarvi i massimi d’anomalia termica mensile del 2003, riscontrati in Europa nel mese di agosto, con quelli avvenuti nell’arco del luglio 2010 in Russia. Il raffronto appare già ad occhio assolutamente impietoso, in quanto largamente a favore dell’ondata di calore appena conclusasi in Russia: la temperatura media mensile dell’agosto 2003 aveva toccato picchi d’anomalia fino a circa 5,5 gradi (in una fascia territoriale compresa fra la Francia, la Svizzera e l’Italia del Nord-Ovest), mentre in Russia nel solo mese di luglio i massimi d’anomalia si sono spinti fino quasi 9 gradi nella regione peraltro non lontana da Mosca, che ha risentito più direttamente del caldo atroce, ulteriormente peggiorato dai devastanti incendi perdurati per diverse settimane.
La fase più aggressiva dell’ondata di caldo sul territorio russo si è tuttavia verificata fra il 15 luglio ed il 15 agosto: analizzando l’andamento nei dettagli di questo periodo mensile, appare ben più vasta la zona territoriale colpita da spaventose anomalie termiche, con scarti fino a circa 9-10 gradi rispetto alla norma stagionale (raffronto statistico con le annate comprese fra il 1968 ed il 1996).