Personalmente ho sempre avuto un grande rispetto per le previsioni diffuse da Wolfgang Roeder, in quanto sono l’avamposto delle proiezioni climatiche del futuro, quando, forse, riusciremo a conoscere le tendenze stagionali con maggior risultati di quanto avviene attualmente.
Senza errori non si ottengono soluzioni, anche la meteorologia ha iniziato l’elaborazione di modelli matematici per le previsioni a breve termine, con errori clamorosi, talvolta anche costati danni e vite umane.
Scorrendo tra le varie proiezioni climatiche, ho ritenuto utile verificare le mappe Roeder per il mese di novembre, periodo che si è appena concluso.
La finalità del mio riscontro vuole essere di utilità a coloro che scrutano le cartine realizzate dallo staff del professore tedesco, anche per coloro che proclamano l’avvento di un inverno cruento e nevoso, per altro non veduto da Roeder.
Per chi non lo sapesse, gli studi dello staff del professore, propongono la proiezione delle anomalie mensili rispetto alla norma. Nell’osservare tali mappe un occhio esperto potrà tracciare delle aspettative stagionali.
Le proiezioni per novembre 2006 avevano proposto per molte regioni europee pressioni atmosferiche sulla media: un’area di valori barici nella norma sulla Penisola Iberica, l’Italia, la Francia ed sud della Scandinavia.
Una forte anomalia si sarebbe dovuta realizzare in Russia, con valori barici sensibilmente più bassi della media, sino a 10 hPa.
In Atlantico veniva proposta una flebile fase atlantica, in linea con quella avuta negli ultimi anni.
Cosa sarebbe dovuto succedere in sintesi: orbene, con valori nella media, in gran parte dell’Europa ed anche l’Italia, ci sarebbero dovute essere piogge abbondanti, novembre d’altronde è un mese piovoso, ma è avvenuto ben altro. Con l’ausilio degli archivi del NOAA abbiamo ricostruito le anomalie bariche che sono state misurate a livello del mare sull’Emisfero nord e l’Europa.
La proiezione Roeder, per il mese appena trascorso, ha sottovalutato diversi aspetti: il più rilevante è stato l’anomalia verso il basso della pressione atmosferica nel vicino Atlantico, con variazioni rispetto alle stime di Roeder di oltre 10 hPa.
In Italia non ci sono state piogge regolari, infatti si è avuto un forte e persistente anticiclone con valori sino a 6 hPa oltre la media, con un pari scarto rispetto a quanto proposto dal modello climatico.
In un contesto d’insieme, la proiezione Roeder dimostra ancora una volta di essere in fase sperimentale, e di non aver avuto lo sperato successo per il novembre 2006.
Dalla mappa del NOAA si evince un importante indice del cambiamento climatico rilevato per l’Italia da diversi climatologi, per altro anche evidenziato più volte dal CNR. A novembre, i valori barici al suolo sono stati sensibilmente più elevati della media, a conferma dello spostamento verso nord del regime delle alte pressioni sub-tropicali e quindi di una conseguente fluttuazione verso nord del flusso Atlantico.
La realtà delle cose è questa qui, purtroppo. Le previsioni stagionali non raggiungono ad oggi, valide percentuali di affidabilità, seppur elaborate da super computer, figuriamoci la valenza che possono avere teorie e supposizioni non suffragate da calcoli matematici.