Sabato il pomeriggio di Firenze è stato sconvolto dall’arrivo di un violentissimo temporale, con grandine e colpi di vento. Numerosi i feriti, uno grave, a causa soprattutto del vento che ha abbattuto alberi, scoperchiato tetti e fatto volare cose e oggetti.
Numerose strade si sono allagate per le forti piogge, a carattere di nubifragio, e per la grandine, che ostruendo i tombini, impedisce il deflusso delle acque.
Come spesso avviene in questi casi, sui media e sui social si è scatenato il ricorso alla più fantasiosa terminologia per descrivere il temporale di Firenze.
C’è chi l’ha definito ciclone, chi tromba d’aria, chi addirittura uragano!
Ma cosa è successo realmente a Firenze e come si può chiamare? Semplicemente temporale, accompagnato da nubifragio (quando la pioggia caduta supera una certa quantità in un certo lasso di tempo), grandine e fortissime raffiche di vento (in gergo tecnico downburst). Un forte, fortissimo temporale.
Si tratta di eventi tutt’altro che rari in Estate e che siano in aumento a causa del Global Warming è opinabile, non esistendo statistiche precise in merito. E’ possibile, ma non vi è la certezza scientifica.
Tutt’altra cosa sono le trombe d’aria. In Italia sono piuttosto diffuse soprattutto quelle marine, in genere si tratta di trombe di piccola entità che raramente giungono a terra e quando lo fanno procurano pochi danni. Talvolta, come è stato il caso della tromba d’aria veneziana di un mesetto fa, possono però essere devastanti. L’alias di tromba d’aria, che si contraddistingue visivamente per la presenza di un cono attorno a cui ruotano i venti, è Tornado. Se non ci sono il cono e la rotazione dei venti, non c’è tromba d’aria (o tornado).
L’uragano è ancora un’altra cosa. Un uragano è un ciclone tropicale particolarmente potente. La sua dimensione è enormemente superiore a quella delle trombe d’aria ed anche delle celle temporalesche, estendendosi per centinaia di chilometri. Ha un centro attorno a cui ruota la perturbazione (il ciclone appunto) di varie decine di chilometri. Per fare un raffronto, una cella temporalesca normalmente si estende per qualche decina di chilometri, una tromba d’aria per qualche decina o al massimo centinaio di metri all’interno di una cella temporalesca, con un centro di rotazione grande pochi metri.
Il tifone è la stessa cosa dell’uragano, convenzionalmente si chiamano uragani i cicloni tropicali dell’Atlantico e dell’Est Pacifico (attorno alle Americhe), tifoni quelli dell’Ovest Pacifico (in Asia/Oceania), semplicemente cicloni quelli dell’Oceano Indiano.
Sono possibili gli uragani in Italia? In Italia sono possibili i Medicane, si tratta di cicloni dalle caratteristiche simili a quelle tropicali che si sviluppano nel Mediterraneo, ma, storicamente, non hanno mai superato il primo livello (il più basso) della scala degli Uragani.
Ciclone è invece un termine per definire le basse pressioni. Un qualsiasi sistema perturbato con un centro di bassa pressione si può definire ciclone, sia esso ai tropici che nelle zone temperate o polari.
Nel linguaggio popolare spesso il termine ciclone, soprattutto in passato, veniva usato anche come sinonimo di temporale o tempesta. Spesso i temporali sono in effetti collegati ad aree cicloniche, ma non in tutti i casi. Tuttavia siccome questi eventi un nome sicuro e giusto ce l’hanno già, perché non chiamarli correttamente con il loro nome di “temporali”?