Quante volte abbiamo letto “violento nubifragio” paralizza la città ed etc.
Per curiosità siamo andati a vedere i dati pluviometrici di alcune località menzionate e si è rilevato che la precipitazione caduta rientra nella fascia del forte acquazzone e non del nubifragio.
Il Mennella e altri meteorologi padri della meteorologia d’Italia, stilarono una tabella che indicava gli estremi pluviometrici orari per poter parlare di nubifragio, alluvione, ma osservando le nostre città, diciamo che in talune circostanze, anche solo 10 mm di pioggia, caduti in 15 minuti potrebbero arrecare disagi, con allagamenti.
E’ errato pensare che 30/50 mm di pioggia di un forte temporale facciano più danni in una città del Sud che quelle del Nord, da tempo monitoriamo gli eventi estremi e abbiamo rilevato che le differenze non ci sono. Non intendo fare paragoni solo per evitare sterili polemiche.
Vi è anche da dire che un normale violento temporale procura disagi per allagamenti anche nelle città medie e piccole, di realtà europee che ci appaiono un esempio di perfezione.
La gestione del territorio italiano probabilmente non è ottimale, ma lo è molto meno in prossimità dei centri urbani, dove però diviene pessimo, specie per quanto concerne lo smaltimento di acque piovane. Solo alcune città appaiono preparate a subire, probabilmente per l’elevata serie di precipitazioni di “vero nubifragio”, le grandi piogge, tra queste vi è Genova, mentre in altre circostanze, bastano 50 mm in un’ora per chiedere lo stato di calamità naturale.
Come per fare informazione meteo corretta, anche per progettare il sistema di smaltimento di acque piovane, servono studi esatti del clima, mi pare assurdo che leggere che per un temporale estivo si rischia la vita per annegamento.