Tutti ricordano il mese di giugno del 2003, così caldo e soffocante da mettere alla prova anche chi normalmente il caldo non lo soffre e magari lo agogna.
Un mese di giugno, quello del 2003, che rimarrà negli archivi storici di molte zone come il più caldo da sempre, almeno da quando esistono gli strumenti in uso in meteorologia.
Un mese che ha rappresentato solamente l’inizio di quella che poi si è rivelata l’estate più calda che l’Europa Centrale ha vissuto negli ultimi 250 anni almeno, ma solo perché più indietro con i dati diretti non si può andare.
Era facile prevedere che nel 2004 non si sarebbe ripetuto un caldo di questa portata, ma non era sperabile attendersi invece un mese di giugno così tanto “normale” per precipitazioni e temperature, almeno nella città di Trieste.
Ed è ormai una consuetudine gradita il notare come l’andamento termico e pluviometrico degli ultimi 10 mesi segua i così detti “canoni climatologici normali” con una dedizione da manuale di meteorologia. C’è stato, è vero, qualche mese un po’ più caldo e qualche altro un po’ più freddo, altri più secchi seguiti da altrettanti più piovosi, ma il tutto sta oscillando piacevolmente e “finalmente” senza troppi eccessi attorno ad una normale variabilità climatica.
E il mese di giugno del 2004 rientra perfettamente in questo disegno: 21.4°C la temperatura media mensile a Trieste (dati CNR) contro un valore trentennale (1973-2002) di 21.2°C, valori enormemente distanti dai 25.8°C del giugno 2003; la temperature massima assoluta di 28.1 °C (il giorno 11) è molto lontana dai 35.0 dell’anno scorso; 82 i millimetri di pioggia caduta contro i 97 mm normali (se ci aggiungiamo i 24 mm del 1 luglio andiamo a 104 mm ) ed i miseri 32 mm dell’anno scorso…insomma, finalmente giugno!
Nel grafico che ho riportato all’inizio di queste considerazioni ho disegnato con linea rossa le temperature orarie del giugno 2003 e con linea blu quelle del 2004…i commenti non credo abbiano molto senso perché una prima occhiata è già più che esaustiva, ma su una cosa voglio spendere un paio di parole in più. Le temperature “minime”notturne del 2003 sono decisamente confrontabili con le temperature massime diurne del 2004, anzi, in svariate occasioni anche superiori, e questo dà ancora una volta l’entità reale di quanto è abbiamo vissuto.
Finora anche il mese di luglio sembra proporci un’estate “normale” pur scontando i danni di quella dell’anno scorso. Con questo mi riferisco ad esempio all’invasione di Lymantria dispar, un lepidottero che nella sua fase di larva (bruco) sta letteralmente divorando gli alberi di alcune zone del Carso triestino con ripercussioni probabilmente irreparabili per molte piante che già la scorsa estate avevano fatto i conti con la perdurante siccità. La causa della sua proliferazione è da attribuirsi a fattori ciclici nella comparsa di questo lepidottero, ma il fenomeno è stato violentemente accentuato dalla moria dei suoi diretti antagonisti predatori a causa della forte siccità e del caldo della scorsa stagione estiva oltre che dalle favorevoli condizioni climatiche per il suo sviluppo.
E’ da tutti auspicabile credere che l’estate dell’anno scorso rimarrà uno di quei ricordi da raccontare con un po’ di mistero ai nipoti… e speriamo che sia veramente così.
Renato R. Colucci, CNR – ISMAR, Sezione di trieste