Due facce della stessa medaglia: in questo modo possiamo definire la canicola di caldo, mai stata così intensa a memoria d’uomo, che ha mandato letteralmente in crisi la Russia con gli episodi alluvionali che hanno sconvolto parte dell’Europa Centrale. Gli esperti meteorologi russi hanno stabilito che il caldo catastrofico in Russia sia stato il peggiore degli ultimi mille anni: difficile dargli torto, anche se va detto che solo sul clima degli ultimi 130 anni si hanno documentazioni abbastanza dettagliate.
Va ricordato che sono stati letteralmente disintegrati tutti i precedenti record di caldo in moltissime località del Distretto Centrale Russo, comprese le due principali città: Mosca ha toccato i 38,2°C il 29 luglio, mentre San Pietroburgo ha raggiunto la soglia dei 37,1°C il giorno 7 agosto. A prescindere da questi dati record, ciò che spicca maggiormente è proprio l’anomala circolazione di blocco, che si protrae da oltre un mese senza una minima tregua e che è alla base dei disastrosi incendi che stanno peraltro ancora attualmente mandato in fumo migliaia di ettari di vegetazione, mettendo persino a repentaglio zone prossime ai siti nucleari.
Le nazioni dell’Europa Centro-Orientale hanno invece vissuto nello stesso periodo, seppure più concentrato negli ultimi 10-15 giorni, un’emergenza ben diversa: alluvioni e straripamenti di fiumi, in particolare tra Polonia, Repubblica Ceca, ex Germania orientale e Lituania, che hanno messo in ginocchio il sistema dei trasporti, provocando migliaia di sfollati, oltre alle decine di vittime travolte dal fango e dall’acqua.
Queste due situazioni d’emergenza trovano una spiegazione nell’analisi delle anomalie bariche con cui stiamo convivendo da oltre un mese: l’insistenza di una bassa pressione sulle Isole Britanniche ha invitato le correnti fresche ed umide atlantiche ad invorticarsi sulla Mitteleuropea, senza poter penetrare più ad oriente a causa di un possente anticiclone dinamico proteso dalle latitudini sub-tropicale verso la Russia, alimentato giocoforza da un’intensa risalita d’aria calda e secca dal Medio Oriente. La zona di scontro delle due masse d’aria ben diverse è stata proprio quella di maggior contatto fra le due figure bariche differenti e qui il biglietto da visita sono stati i feroci temporali, come già ampiamente sottolineato.