Sarà per quello, che in tanti, saranno contenti di ritrovarti. Ed anche tra gli esasperati cultori invernali, ci sarà chi avrà modo d’apprezzarti. Marzo è pazzerello, Aprile un po’ meno. E poi Maggio, col sole e il bel tempo. Infine Giugno, viatico estivo.
Un turbine di colori, sensazioni, profumi. I prati stanno cominciando ad indossare le tue vesti. Si intravede qualche ciclamino, qua e là. Le margherite cominciano a metter la testa fuori. Tra l’erba. Quell’erba che cresce, si desta dal torpore delle lunghe notti invernali. Quell’erba che tra poco, tra un mese, comincerà ad esser alta, poi cambierà colore. Invecchierà, ingiallirà.
Arriverà la pioggia, ne cambierà il profumo. Ci aiuterà a comprendere che fuori piove. Basterà aprire la finestra, o passeggiare in un parco. Lo sentiremo, impregnare l’aria, quel misto di terra e acqua. Quel misto di elementi naturali, tipici della Primavera.
E poi arriveranno le foglie. Ammanteranno loro, gli spogli alberi invernali. Doneranno il colore, la vita. E verrà il vento, a scuoterne le fronde. Sentiremo il fruscio dei rami. Capiremo che la natura è là, imponente, impenitente, procace. A riprendersi quel che le era stato tolto. A ridestarsi dal quell’incantesimo invernale che la catapultò nel sonno più profondo.
Beh, cara Primavera, noi amanti della meteorologia non possiamo far altro che star là, ad ammirarti. Noi, che tutte le stagioni sono belle, ti attendevamo a braccia aperte.