La “meteo depressione” è una brutta bestia, c’è poco da dire. Non riconosciuta come patologia, certo, ma a quale meteo appassionato non sarà successo di essere preda di sconforto dinanzi a prolungate fasi anticicloniche? Magari non d’estate, perché regola vuole che quella mediterranea sia preda dell’Alta Pressione. Ma in autunno no, non va bene. Passino 2-3 giorni, magari una settimana. Non di più. Perché gli effetti negativi di un periodo come questo non vanno trascurati: accumulo d’inquinanti, vegetazione impazzita, carenza d’acqua.
Qualcuno sosterrà che è meglio un tempo atmosferico come questo che dover fronteggiare le alluvioni, ma non è così. Diciamo che gli estremi non vanno bene. Mai. Ricordate cosa scrivemmo in precedenti editoriali (la scorsa settimana)? Che si rischiava di dover pagare tutto questo caldo con accadimenti opposti. Ed è proprio quello che sta per accadere. Arriverà il freddo, non gelo, ma freddo. Quanto basta a far sì che le temperature, dopo aver gravitato ostinatamente oltre norma, si dirigano al di sotto della media trentennale di riferimento. Aggiungeteci il fatto che veniamo da un clima estremamente mite e il gioco è fatto: la percezione del freddo sarà maggiore.
E col freddo verrà la neve. I “freddofili” più incalliti stanno già pulendo i vetri e aguzzando la vista. Cominciano le notti insonni, quelle notte passate davanti alla luce di un lampione per vedere anche un singolo fiocco. S’inizia a far scorta di legna, si accendono stufe, camini e termosifoni. Poi magari tornerà il bel tempo, non il caldo – almeno si spera – ma non importa. Quel che importa è che il conto alla rovescia durerà un’intera stagione. Perché siamo appena all’inizio.