Dovendo stilare un bilancio di questa prima parte dell’estate 2005, non potremo di certo avanzare paragoni con la stagione del 2003, quando il caldo divenne l’incubo peggiore degli Italiani in vacanza e non. E a ben vedere, la paura non si è ancora totalmente assopita, visto che ai primi caldi si grida subito a tragedie stile “deserto del Sahara”.
Certo non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai tanti cambiamenti climatici che stanno interessando il bacino del Mediterraneo e non solo, ma ci sono stati altri editoriali o articoli che hanno trattato più accuratamente tali argomenti. Sicuramente non ci troviamo dinanzi alla classica estate Mediterranea, quella governata dall’alta pressione delle Azzorre.
Cosi come sono sempre più frequenti le estremizzazioni climatiche che portano alla manifestazione di fenomeni violenti, un tempo osservabili solamente in ben altri climi. Non ultima la grande siccità che attanaglia le regioni del Nord, specie quelle del Nordovest, sistematicamente saltate dalle perturbazioni provenienti dal Nord Europa. O ancora i violenti temporali che si sono abbattuti su molte regioni, in particolare al Nordest. Ma se volessimo ampliare il punto di osservazione al campo termico, senza far riferimento a dati misurati, balzerebbero subito all’attenzione due aspetti fondamentali.
Il primo è la facilità con la quale si raggiungono alte temperature anche in assenza di vere e proprie ondate di caldo. Ma forse ciò va proprio ricercato in una mancanza sempre più cronica della mite influenza Oceanica, capace di smorzare qualsiasi eccesso termico. Mancanza che ci catapulta in un tipo di clima più simile a quello continentale degli Stati Uniti.
Il secondo è legato alla frequenza con la quale si passa da situazioni di caldo all’opposto. Ecco che allora riusciamo a spiegare, senza troppe difficoltà, come i temporali che interessano i nostri rilievi e le zone interne si manifestino sempre più violenti.
Ma se prendiamo in considerazione gli ultimi tre anni, possiamo ritenerci all’interno di un range definibile “normalità”. Si, proprio cosi. Da quando gli scambi meridiani di calore sono diventati la regola, quelli che prima potevano senza dubbio essere considerati eccessi dovremo invece iniziare a considerarli la norma.
Ed allora non stupiamoci se magari il proseguo dell’estate sarà più freddo del normale. O se, al contrario, ci riporterà su livelli simili al 2003. L’unica certezza che avremo sarà quella che non potremo fare nessun paragone con altre stagioni passate. Né col 2002 né tanto meno col 2003.