Non sempre un grande inizio d’inverno sul Continente Europeo coincide con il contributo attivo dell’anticiclone russo-siberiano. Il gelo piombato nelle ultime settimane è legato infatti ad altri fattori preponderanti: anzitutto il blocco delle correnti atlantiche si è spesso attivato tramite le erezione dell’anticiclone oceanico in fusione con quello groenlandese.
In più occasioni abbiamo spiegato i motivi che hanno portato a frequenti nascite di possenti alte pressioni di blocco in prossimità della Groenlandia. Fra le varie cause vi sono infatti le anomalie termiche dell’Oceano Atlantico, con una zona calda proprio sulle acque alle alte latitudini comprese fra le coste meridionali della Groenlandia, quelle dell’Islanda e di parte dei territori ad est del Canada.
Una marcata positività di queste anomalie (note con l’indice di Atlantic Multidecadal Oscillation) è sicuramente all’origine dei possenti anticicloni sviluppatisi in loco. Quando le alte pressioni del Nord Atlantico hanno trovato la giusta corrispondenza, a latitudini più basse, con la porzione azzorriana dell’anticiclone, ecco che l’aria gelida ha potuto sfogarsi senza nessun ostacolo verso l’Europa.
Fra gli altri fattori di questi precoci ondate di gelo invernali, non possiamo non citare l’Arctic Oscillation (AO), ormai da circa un anno spesso e volentieri proiettato su valori negativi. Quando l’Artic Oscillation precipita in basso, questo significa che si sviluppano altre pressioni in sede artica al posto del Vortice Polare, i cui noccioli sono costretti a scivolare a latitudini più basse. Uno dei lobi del Vortice Polare è proprio di recente piombato sull’Europa Centro-Settentrionale, originando la nuova recrudescenza di gelo e neve su molte aree del Continente.
L’anticiclone russo-siberiano c’entra dunque ben poco nelle dinamiche meteo che hanno riversato scoppiettanti fasi gelide durante le ultime settimane. Dove si trova il suddetto anticiclone? La sua attività si sta per ora palesando su parte della Russia asiatica, Siberia e zone settentrionali di Kazakistan e Mongolia. Non è un caso che il gelo siberiano stia raggiungendo i massimi stagionali in questa fase, con punte inferiori ai -55°C sui poli siberiani per eccellenza, fra cui Ojmjakon, la perla della Jacuzia.