Il presente editoriale vuole essere un punto di vista oggettivamente distaccato da una situazione che, ad onor del vero, potrebbe riservare sorprese dell’ultimo minuto. Quel che sembra possibile parrebbe anche probabile, ma la probabilità, proprio perché tale, può rappresentare l’indefinito meteorologico.
Tuttavia è da giorni che si sente parlare del gran gelo che tra poco colpirà la Russia europea, laddove verranno toccati valori termici come non accadeva da qualche inverno a questa parte. Altre voci sottolineano quanto di importante accade in stratosfera, i cui effetti potrebbero manifestarsi a breve con delle modalità del tutto imprevedibili.
Se a ciò aggiungiamo elementi barici particolari, vedi anticiclone polare in notevole rinforzo sul comparto Nord continentale, è lecito che i “freddofili” possano coltivare quei sogni, desideri, che puntualmente ogni inverno animano qualsiasi salotto telematico di discussione meteorologica.
Se si dovesse analizzare la situazione con la giusta obbiettività, si dovrebbe ammettere che il tipo di evoluzione paventabile potrebbe rappresentare quanto di più crudo osservabile da decenni. Su tutti spicca il modello americano, GFS, che da qualche run disegna degli scenari da brivido fin verso le porte della nostra Penisola, con maggiori o minori interessamenti a seconda dell’ora di emissione.
Più distanti i modelli europei, certamente più cauti, ma non per questo meno interessanti. Se andiamo ad analizzare ad esempio il fiore all’occhiello del Continente, ECMWF, si può di certo tracciare, al di là delle apparenze dettate da un’analisi grossolana, una linea di tendenza votata al freddo, frutto di tasselli barici in posizionamento, più in là nel tempo, quasi perfetto.
Vorrei peraltro sottolineare un elemento che ritengo di estrema importanza. L’esperienza nell’osservazione dei modelli ha permesso di constatare come il modello americano sia in grado di percepire determinate tendenze, specie a lungo raggio, traducibili in realtà, più o meno precisamente, in fasi temporali successive.
Capita sovente che venga delineato uno scenario, successivamente modificato, per poi essere ripreso in prossimità della manifestazione. Certo, è innegabile che le modifiche fanno parte del gioco, ma non si può rinnegare quanto di buono viene spesso centrato. Linee di tendenza a cui spesso si accodano i colleghi europei, anche se talvolta succede l’esatto contrario.
Nel caso in questione, alla luce di quanto osservabile in tutti i modelli, sia americano che europei, sembra delinearsi una fase fredda estremamente interessante. Poi, si potrà passare da eventi eccezionali o meno, tuttavia pare di poter dire che il dardo è stato tratto. Sognare è pertanto lecito, così come sperare o desiderare. Ma poi, la natura, deciderà se tutto ciò potrà tradursi in realtà.