Annunciato e previsto da tempo, siamo entrati in una fase di sblocco atmosferico assai importante. Dopo un mese e mezzo dominato da correnti mediamente miti di origine basso mediterranea, ecco che gli attori barici si apprestano al cambio di scena, catapultando buona parte dell’Europa nel bel mezzo dell’inverno.
Un’azione decisa quella messa in opera dal Vortice Polare, pronto a gettarsi verso Sud nel corridoio creatosi a seguito del ritiro verso Est dell’alta pressione continentale che per vario tempo andava a braccetto con la corrispettiva figura oceanica, in un connubio penalizzante dal punto di vista precipitativo.
Si è poi discusso ampiamente sulla normalità o meno di siffatta evoluzione, ponendo l’accento sulla costante presenza di possenti figure anticicloniche a spasso per l’Europa. Ma volendo analizzare attentamente quel che ci attende da qui ad una settimana circa, sembra ancora una volta fondamentale l’azione di tal campi stabilizzanti. In tale circostanza l’alta pressione delle Azzorre.
Un’alta pressione pronta a dettare i tempi della prima avvezione fredda di stagione, spingendosi in senso meridiano verso la Gran Bretagna e l’Islanda. Una spallata decisa che di contro catapulterà verso Sud un esteso fronte polare associato all’omonima figura Vorticosa. Non è ancora certo quale sarà la direzione principale della massa d’aria, elemento fondamentale anche ai fini dei “gelidi” risultati. Si potrebbe passare dalle correnti Nord occidentali portanti dell’aria Artico Marittima, a quelle Artico Continentali adagiate su intense correnti Nord orientali.
Ne deriverebbero risultati precipitativi differenti, con la prima situazione foriera di forte instabilità e relativamente meno fredda, alla seconda certamente più secca ma incisiva nel suo vigore termico. Tralasciando però l’analisi previsionale, lo scenario potrebbe portare alla formazione di un interessante anticiclone continentale, adagiato tra la Russia Europea e i Paesi Scandinavi. Una figura che attualmente rivestirebbe forse un’importanza relativa, ma che nell’ottica della prossima stagione invernale potrebbe portare dinamiche “gelide” verso il nostro mite Mediterraneo.
È chiaro che si tratta di sensazioni più che di previsione oggettiva (oggettivamente improponibile in un così vasto arco temporale), ma non si può prescindere da un’evidenza lampante: il ruolo finora svolto dalle alte pressioni. Nel bene e nel male. E nell’ottica di scambi meridiani accentuati, potranno seguitare nella recita come protagoniste. Insomma, se le premesse verranno rispettate, l’andamento del prossimo inverno potrà regalare bianche soddisfazioni.