Il mondo meteorologico è letteralmente in fermento grazie ad uno sblocco stagionale atteso quanto inaspettato. Dopo una lunga fase mite, umida e per molti siccitosa, ecco il conclamato cambio configurativo, capace di catapultarci in pieno inverno nell’arco di una settimana. L’osservazione delle carte lascia ben pochi dubbi nel delineare scenari che sarebbero stati meno stucchevoli fra un mese e mezzo o due.
Ma tant’è, si prende atto di ciò che la natura è in grado di porre magistralmente in opera e si cerca di carpirne l’essenza con analisi giornaliere celanti quell’emozione nel rivedere certi colori impossessarsi dell’intera Europa Mediterranea. Tuttavia spesso si sottovalutano dei segnali importanti, smascherando recondite paure su quella che sarà poi la “vera” stagione invernale.
È innegabile che si possa credere che fasi fredde premature novembrine possano precludere un proseguo stagionale degno di tal nome. Ma se ci si prendesse la briga di ripercorrere a ritroso la storia meteorologica, ci renderemmo conto che alcuni decenni fa erano assai frequenti mesi di novembre ricchi di freddo ed episodi nevosi anche a quote basse.
Fasi che nulla toglievano a dei trimestri che definire freddi sembra oggi un’utopia. Allora si consideravano forse tali “prematuri” segnali come un buon auspicio per quel che avrebbe potuto serbare il Generale nella sua trionfale cavalcata. Anzi, quasi ci si rammaricava se entro la prima decade di dicembre il gelo ancora se ne stava rintanato nel Grande Nord, quasi snobbando gli assolati lidi italici.
Ricordi del passato, facilmente riscontrabili nelle memorie dei nostri avi. Dei flashback che tornano alla ribalta in questi giorni, quando alle porte sembra prospettarsi una configurazione che nel passato sarebbe stata considerata normale. Ed invece oggi ci stupisce, creando delle paure ingiustificate. Perché se poi l’inverno non dovesse rispettare le nostre attese, potremmo facilmente operare della dietrologia senza cercare di capirne i motivi. Così come tal scienza imporrebbe.
Insomma, qualora dovesse arrivare la neve, il freddo, o le piogge abbondanti, accogliamole a braccia aperte. Dopo tutto la stagione deve proseguire il suo cammino in attesa che il primo giorno di dicembre dia il via definitivo alla grande fabbrica dei bianchi sogni.