In particolare, nell’ultimo articolo, avevamo spiegato l’importanza di un ENSO neutrale tendente alla Nina, fattore importante per l’economia delle precipitazioni nell’area europea/mediterranea.
Le voci del coro sono contrastanti su questo fattore, poiché alcuni ritengono che l’influenze dell’area pacifica sull’area europea siano quanto meno indirette o trascurabili; a nostro avviso è invece fondamentale osservare i mutamenti dell’area Nino (senza trascurare il resto degli index) per cercare di delineare un quadro sinottico uniforme sul nostro continente.
Le ultime analisi proseguono la strada intrapresa diversi giorni fa, mantenendo una condizione di anomalia negativa delle SST con pattern ENSO neutrale da oltre tre decadi, manifestando una possibile flessione duratura nei prossimi mesi, con inclinazione ad effettuare la transizione da ENSO neutrale a NINA.
Questo passaggio ritengo possa avvenire, secondo gli studi ed i dati, tra fine Aprile/Maggio 2007.
Non ci sono certezze a riguardo poiché ogni anno la situazione è differente ed, ogni anno, cambiano i parametri tramite i quali si prova ad imbastire una previsione, una teoria.
Purtroppo, rispetto agli anni passati, lo scenario globale è mutato considerevolmente, alterando i meccanismi evolutivi ed i rapporti di teleconnessione, con la conseguenza di aumentare le difficoltà di interpretazione e di elaborazione.
Voglio comunque prendere ad esame l’anno 2004, hanno iniziato secondo un regime di ENSO neutrale, con tendenza negativa sino all’inizio dell’estate: la stagione primaverile è trascorsa in modo regolare, con temperature nella media o di poco superiori e precipitazioni diffuse, seppur con le alcune anomalie negative (vedi NW).
Il 2005, iniziato con una condizione ONI lievemente positiva, fu accompagnato da un periodo MAM abbastanza secco in area Europea ed Italica e, per concludere, il 2006, anno con un inverno peninsulare mediamente freddo, sotto la spinta ONI index negativo, vide una lenta ripresa oceanica proprio con il finire del trimestre freddo, riportando condizioni di neutralità accompagnate da una molto modesta fase precipitativa primaverile.
Questi tre anni presi in esame esplicano, in modo parziale, l’influenza che le alterazioni oceaniche in area Nino (specie area 3/3.4) apportano al vecchio continente; nel prossimo articolo vi forniremo una relazione tra uragani, tempeste atlantiche in correlazione con l’ENSO.
Oltre a questa analisi del comparto pacifico c’è da aggiungere una variazione palese di molti altri fattori che, come riscontrato dai modelli sinottici, sembrano esplicitare l’avvio di una nuova fase precipitativi e, forse, anche di stampo invernale.
I maggiori segnali arrivano da una situazioni di blocking altopressori, ancora una volta generati da una condizione ENSO neutrale/Nina che, offrendo lo spunto per pulsazioni del polar jet stream in sede americana/atlantica, prova a modificare il pattern WR/EA, favorendo una negativizzazione dell’EAJ e lo scambio meridiano in area Europea/mediterranea.
La situazione descritta, con ampi cenni nei bollettini scorsi con la spiegazione della nuova struttura del core polare, non è di facile trasmissione poiché questo impianto baroclino, sintomo di un cambio circolatorio, non trova una strada maestra nella quale adagiarsi con certezza.
Ergo, aspettiamoci una modifica delle condizione climatiche ma, ad oggi, aspettiamo per definire l’entità dell’aria fredda in arrivo che potrà facilmente shiftare verso oriente per poi riproporsi (si vedrà) secondo un classico schema retrogrado, tanto usato in questa fase dell’anno per convogliare termiche più fredde nella Penisola.