Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da temperature al di sotto delle medie previste per il periodo, tali da portare la neve in molte regioni d’Italia, a quote addirittura pianeggianti. Un fenomeno non certo frequente, me neppure così raro. Sappiamo infatti che marzo, nonostante segni l’avvio della primavera meteorologica, presenta spesso caratteristiche intermedie tra le pregressa stagione invernale e la nuova primaverile.
L’osservazione degli ultimi anni mostra una tendenza consolidata a manifestazioni fredde piuttosto tardive, non ultimo il marzo del 2005. Un’accentuarsi di scambi di calore in senso meridiano che, frequentemente, porta masse d’aria assai fredde, provenienti dall’Artico, in direzione del Mediterraneo Centrale. Un mare in fase di progressivo riscaldamento, capace di acuire i contrasti termici e determinare una spiccata instabilità atmosferica.
Ecco allora che, sovente, capita di osservare copiose nevicate anche con temperature al di sopra degli zero gradi. Un po’ quel che è successo in alcune zone di pianura in questi ultimi due giorni, ma che si manifesta allorquando l’aria fredda presente in quota si travasa verso il suolo tramite le precipitazioni. Che, se intense, si tramutano facilmente in neve.
Va comunque detto che, analizzando attentamente gli archivi meteorologici, si riscontra una tendenza al proseguimento della stagione invernale verso la famosa data che ne segna il definitivo stop dal punto di vista astronomico. Ecco perché gli ultimi accadimenti non hanno destato alcun tipo di stupore nella vita di tutti i giorni. Le prime due decadi del nuovo mese sono difatti considerate invernali a tutti gli effetti. Più facile che si stupisca chi, quotidianamente, lavora all’interno del mondo meteorologico ed ha la consapevolezza che la nuova stagione ha alle sue spalle già una settimana di vita.
Ma chi peraltro è da tempo che osserva i movimenti delle figure bariche sullo scacchiere continentale, è consapevole della normalità di tali accadimenti. Rappresentano una sorta di meccanismo naturale di assestamento, verso quelle che saranno le mosse dei futuri protagonisti della scena primaverile sul bacino del Mediterraneo. Se poi osserveremo un reiterarsi di tali condizioni, ecco che allora ciò che oggi definiamo normalità, non potrà più essere considerata tale.