Rigurgito invernale: giusto chiamarlo tale? Beh, alla luce di quanto sta accadendo probabilmente sì. Ma non si sbaglierebbe neppure a definirla una “normale fase primaverile”. Questo perché marzo, lo saprete meglio di noi, è un mese assolutamente dinamico capace di proporci condizioni meteorologiche diametralmente opposte nell’arco di brevi periodi di tempo.
Ulteriore peggioramento: in questo quadro vanno ad inserirsi impulsi perturbati nord atlantico, peraltro accompagnati da correnti relativamente fredde polari marittime. Le temperature sono crollate e con esse anche la quota neve, che non ha esitato ad attestarsi a quote relativamente basse anche sulla dorsale appenninica e sui rilievi insulari. La situazione non cambierà almeno sino a giovedì, perché nelle prossime 24 ore subentrerà un’altra perturbazione che tenderà ad isolarsi proprio sui nostri mari.
Tregua anticiclonica: nel fine settimana avremo una rimonta anticiclonica di rilievo, anche se non tale da farci gridare al ritorno della primavera stabile e soleggiata. Avremo qualche giorno di bel tempo, questo sì, e le temperature saliranno riportandosi verso valori più consoni alle medie stagionali.
Lungo termine, un vero e proprio rebus: come anticipato in apertura, il consolidamento anticiclonico sembra perdere quotazioni a favore di un prolungamento della fase instabile a causa di nuovi impulsi atlantici. Non dovrebbero essere freddi come gli attuali, quindi ci aspettiamo un quadro termico consono a fine marzo.
L’Alta Scandinava: per comprendere come evolverà la situazione dovremo prestare attenzione alla struttura anticiclonica in isolamento sulla Scandinavia. Sembra poter recitare un ruolo essenziale nel calamitare a sé l’Anticiclone delle Azzorre aprendo le porte ad ingerenze relativamente fredde da est. Al momento è una ipotesi e come tale la valuteremo strada facendo.