Siamo alla vigilia di un evento da tutti considerato se non eccezionale inusuale, certamente il più interessante da quando i modelli matematici sono aperti a tutti. In questo articolo sviscereremo le cause e le caratteristiche di questo evento delineando i probabili effetti sulla nostra penisola.
I protagonisti di questa irruzione saranno principalmente tre: il primo è la Alta Pressione dinamica delle Azzorre, che dopo due mesi di sonnacchioso stazionamento sull’Iberia e sulle Canarie spicca un volo verso il Polo Nord, complice una discesa fredda sull’Atlantico occidentale; secondo protagonista è l’Anticiclone Russo Siberiano, che inopinatamente conquista dopo anni di assenza, almeno tre, le sue antiche terre oramai dimenticate, e si gonfia possentemente fino a 1054 hPa; terzo protagonista è il Vortice Polare, che pressato da queste due figure Anticicloniche scende a latitudini inferiori e viene dirottato verso il mediterraneo da un minimo depressionario in graduale spostamento verso la Grecia.
Si è parlato di novello ’56. Vediamo le differenze e i paragoni possibili. La configurazione sinottica, non c’è dubbio, è la medesima, ma con alcune importanti differenze: la dinamica azzorriana si spinse nel ’56 oltre il Mar di Barents, fin sulle Isole di Nova Zemlija, mentre in questi giorni rimarrà molto più a sud; inoltre l’Anticiclone Russo seppur potente non arriva ai valori pressori record di 1080 hPa registrati in quel periodo, e in più è presente più a est, rispetto al ’56 quando abbracciava tutta l’Europa centro settentrionale; infine i valor ia 850 hPa di temperatura sono molto più alti oggi che nel’56.
Per capire gli effetti di questa irruzione dovremo prima considerarne le caratteristiche. L’irruzione che ci sta per interessare ha la peculiarità di portare con sé geopotenziali e temperatura in quota bassissimi, paragonabili a valori da 60°-70° parallelo nord. Dunque anche se il gelo nei bassi strati non è rilevantissimo, il gelo alle alte quote sarà ingente. Si prevedono infatti valori di temperatura a 500 hPa che sfioreranno i -40°C su tutta la Penisola.
Dunque passiamo alla previsione derivante dall’analisi dei modelli matematici.
In un primo momento le nevicate insisteranno sul settentrione segnatamente nord-est Lombardia e forse Liguria (lunedì), ma il passaggio sarà veloce e i fenomeni, dunque poco intensi; successivamente, con la discesa del minimo verso sud est, le nevicate al nord lasceranno il posto al gelo, intenso a tutte le quote, soprattutto insistente e reso meno sopportabile dal vento teso (effetto windchill); in questo frangente, da lunedì sera fino almeno alle 72 ore successive, ancora nevicate potranno interessare l’Emilia Romagna, per effetto stau, con accumuli che in talune zone potrebbero essere abbondanti.
Con lo spostamento del minimo verso sud-est, martedì, sarà la volta delle regioni centrali, adriatiche e tirreniche, ad avere gli effetti gelidi dell’irruzione, con nevicate diffuse su Marche, Abruzzi e Molise fin sui litorali. Potrebbero esserci nevicate anche in Campania, Sardegna e Lazio, senza escludere la possibilità di neve anche per Roma martedì. Dopo il passaggio del minimo, freddissime correnti gelide porteranno la temperatura a precipitare anche molto al di sotto dello zero (entroterra e montagna), con nevicate abbondanti per stau su Marche, Abruzzi e Molise.
Mercoledì i fenomeni dovrebbero cessare sul Tirreno, a meno di formazione di minimi secondari che potrebbero creare sorprese, inoltre, con il definitivo posizionamento del minimo fra Puglia e Grecia, le nevicate colpiranno anche Puglia e Calabria. A questo punto converrà fare una precisazione: sulla Puglia le temperature a 850hPa non andranno mai al di sotto dei -8°C con una isoterma di -5°C che abbraccerà mercoledì il Salento. Dunque si potrebbe pensare a un difficile coinvolgimento del Salento e della Puglia in genere per le nevicate; nulla di più errato: il freddo come detto, non arriverà solo dagli strati più bassi dell’atmosfera ma anche e soprattutto dagli strati alti per cui non si devono escludere nevicate su tutta la Puglia già mercoledì sera e in intensificazione nei giorni seguenti.
Insomma, consideriamo nelle nostre previsioni due fattori:
i geopotenziali che porteranno a considerare gli 850 hPa alla quota almeno di 1300m per tutto il sud, e le temperature in quota che porteranno rovesciamento di gelo nei bassi strati durante tutte le precipitazioni.
Differenze sostanziali rispetto a molte irruzioni storiche avvenute in Italia, ma situazione da monitorare e studiare in ogni momento, perché il Mediterraneo non è il Mare del Nord, e le sue reazioni sono difficilmente prevedibili.