Perché andare a citare ed osservare un indice teleconnettivo così distante dall’Europa?
Bisogna per prima cosa rammentare che lo studio delle teleconnessioni, dalla parola stessa, mette in
relazione i dati e la fenomenologia di diverse zone del mondo dove, a causa di meccanismi meteo-climatici, sono state definite e circoscritte particolari zone ad alto interesse scientifico.
In queste “località” vengono riscontrate delle anomalie di diverso tipo, delle fluttuazioni cicliche che, nel tempo, hanno dimostrato grande impatto sul clima del globo e forti relazioni tra loro.
In virtù di queste ragioni è bene osservare molti fattori per cercare di formulare una analisi accurata e meno approssimativa possibile.
Il DMI sembra orientarsi in fase positiva a causa di una anomalia delle SST (temperature superficiali del mare) nel settore occidentale dell’Oceano Indiano, come evidenziano anche le ORL anomalies, con forti ripercussioni sui valori dell’index DMI.
Attualmente siamo in fase monsonica ed alcuni studi hanno evidenziato (ma è tutt’ora in continua verifica) una relazione tra l’IOD, le piogge monsoniche e l’ENSO. Si è notato che quando la correlazione tra ISMR (pioggia monsonica indiana) e d ENSO è bassa il rapporto ISMR-IOD è alto (e viceversa).
E’ stato osservato che l’IOD, quando è positivo, è responsabile di pesanti precipitazioni nella regione Indonesia, sino all’Africa orientale; nel periodo 1958-1997 otto eventi di DMI+ sono stati supportati da pesanti precipitazioni in quelle regioni e, al contempo, gli episodi di DMI- sono correlabili ad anomalie negative dell’ISMR.
L’ENSO è attualmente in fase neutrale/NINA, con la regione NINO 3 interessata da una energica flessione delle SST; ciò complica leggermente l’analisi poiché proprio l’area suddetta è quella di maggior interesse. Il binomio peggiore per una condizione di deficit monsonico potrebbe essere quello di un IODMI normale ed un valore deciso di NINO nell’area 3, come accadde nel 1982; una buona combinazione per un surplus pluviometrico ISMR viene dettata da un forte IODMI ed un NINO neutrale.
La condizione attuale mostra un IODMI in ascesa ed un NINO neutrale/NINA, una situazione rara che sta dando vita ad un buon monsone e possenti risalite calde in Oriente.
Una maggior piovosità nell’area monsonica e nell’area africana orientale comporta una attività inter-tropicale intensa e, di conseguenza, una serie di effetti che vanno ad interessare due index importanti, anche per il comparto europeo: l’ITCZ e la MJO.
La MJO inizia sopra l’Oceano Indiano e termina nel Pacifico, ad ovest dell’Australia; il suo ciclo, detto di variabilità interannuale della pioggia tropicale, dura 40-60 giorni ed è detto eastward (verso est), compiendo un ciclo di piogge, temporali (quindi convettività) lungo l’asse tropicale/sub-tropicale.
Un cambiamento delle SST nell’Oceano indiano, come il riscaldamento nella zona ovest, può contribuire anche del 30% nelle fluttuazioni di questo indice, contribuendo ad una fasi di stasi del ciclo (attualmente in fase 1).
L’ITCZ, la fascia di convergenza inter-tropicale, grazie ad una fase monsonica attiva ed un IOD+ è stata deviata verso l’area orientale, con forti risalite termiche in Asia/Russia. Questa alterazione dell’indice ha comportato notevoli sviluppi nel continente europeo, con una maggiore azione dell’Hp azzorriano ed una sinottica che si è modellata di conseguenza.
Visto lo stato attuale delle cose è auspicabile un ritorno temporaneo dell’Hp sub-tropicale, per troppo tempo sopito, senza alcuna azione pervicace e, semmai, temporanea; questa azione dovrebbe portare al crollo dello Scandinavian Pattern ed una nuova fluttuazione temporalesca.