Svariati giorni a carattere temporalesco hanno interessato gli ultimi 15-20 giorni e la penisola ha potuto usufruire di un discreto apporto pluviometrico, seppur spesso localizzato come è nella natura dei fortunali. A seguito di questa fase dinamica avevamo previsto il ritorno dell’anticiclone che, con il passare dei giorni, acquisterà maggior vigore e consistenza.
Il regime dell’hp africano sta per giungere sull’area mediterranea ma, ad oggi, l’Italia si difende grazie all’influenza di una saccatura atlantica, portatrice di infiltrazioni umide e temporanei gorghi barici sul Tirreno e sull’Adriatico. L’aria umida, discretamente presente ai bassi strati, permette un buon indice CAPE, come si è notato ieri sul versante adriatico e sulla dorsale appenninica.
Nelle prossime ore l’azione secondaria di matrice atlantica terminerà e l’aria calda di estrazione africana sarà sospinta nel bacino mediterraneo. L’affondo polare-oceanico è deviato troppo ad ovest, andando ad alimentare la sopita falla barica iberica e spostando l’asse anticiclonico lievemente verso est. La semi-permanente condizione depressionaria, presente ad ovest della Penisola, permetterà alla dinamica e vigorosa presenza sub-tropicale di avanzare gradualmente, gettando solide basi all’interno dell’area mediterranea, coadiuvata da una strutturata azione alto-pressoria già attiva nell’eurasia.
Con l’analisi dell’IOD avevamo analizzato le correlazioni tra ISMR-ENSO e anche la connessione tra IOD++ nella zona occidentale/ISMR/ITCZ; quest’ultimo era visibilmente pronunciato verso est, sottolineando l’ottima mole di energia a disposizione ed il pericolo, qualora si muovesse il piano sinottico europeo, delle prime ondate di calura africana sulla Penisola.
La rottura del pattern scandinavo ha provocato la discesa di aria fredda verso ovest/sud-ovest, supplito da una condizione AO+ che purtroppo alimenta molti dubbi sulla possibilità di scampare da un trimestre estivo caldo. Il blocco pressorio che può instaurarsi con queste condizioni di artic oscillation è preoccupante; andando ad osservare la mappe della reanalisi (mappe storiche) si nota come gli attuali attributi NAO/AO, con l’aggiunta dell’EA/WR e dell’AMO+, possano dar vita ad un doppio blocco visibile sulla sinottica europea in tal configurazione: asse nord-est/sud-ovest ciclonico sull’oceano, con alimentazione del gap barico portoghese ed incremento della pressione sul medio Atlantico; sul comparto sud-europeo potrebbe svilupparsi un pattern anticiclonico di matrice sub-tropicale, con rinforzi azzorriani, schiacciato dalla sopraccitata figura atlantica.
Sarebbero evidenti gli incrementi termici dovuti anche all’effetto di compressione dell’Hp.
A questo quadro non possiamo non aggiungere l’importanza delle SSTA in Atlantico, nel Mediterraneo, nell’Oceano Indiano e nell’area ENSO.
I valori riscontrati nel nord-atlantico, anche nel semestre invernale (uniti, tra le altre cose, allo scarso innevamento delle zone polari-nordiche) lasciano pensare che possano esservi fisiologiche onde calde (heatwaves), anche se non c’è certezza; nel Mediterraneo l’anomalia prosegue ormai da tempo, sintomo di un ITCZ che si è elevato a latitudini preoccupanti.
Nell’oceano Indiano, come scritto nel precedente articolo, vi è stato un sensibile aumento nel settore occidentale, con annesso riscontro monsonico nell’area indiana. Questa condizione sta apportando, per vie traverse, delle conseguenze alla fascia inter-tropicale, con effetti sulla MJO che, seppur spesso trascurata, può essere letale all’interno di un sistema teleconnettivo di previsione atmosferica globale-europea.
L’ENSO del trimestre scorso, a mio avviso, ha dato una mano all’innesco di importanti azioni del jet-stream in Atlantico, a causa delle ondulazioni impresse da una condizione di PDO- ed AMO+, che in collaborazione con l’Enso neutral/NINA, hanno provocato ripetute accelerazioni nel ramo atlantico, come l’ultima che, tra le altre cose, ha subito una forte impennata (jet streak) dovuta allo scontro di una massa d’aria calda nel nord Atlantico, riconducibile alla condizione SSTA/AMO.
Infine, per terminare un quadro molto sintetico e riduttivo, non possiamo non citare la QBO, ancora in fase di inversione negli strati più bassi, la quale potrebbe riuscire ad invertire la totalità del flusso intorno a fine Luglio/Agosto, con la possibilità che ciò avvenga anche con ritardo (Settembre).
L’inversione della QBO in stato negativo darebbe vita ad una zonalità che, nell’attuale periodo, potrebbe essere altamente dannosa ed incrementare le chance di un’estate sopra le medie.