Ci eravamo lasciati con questo assunto (13/1/2005):
“…Tutti elementi quelli descritti, che lasciano presupporre ad un’alta probabilità di accadimento di un importante evento invernale e che potrebbe rivestire caratteri di storicità, durante l’ultima decade del corrente mese;
dando delle percentuali di realizzazione, potremmo attribuire un 40% di probabilità per un evento “storico” così come lascerebbero intendere gli ultimi aggiornamenti “modellistici” ed un restante 60% per, comunque, una terza decade piuttosto fredda e dinamica con diverse occasioni per fenomenologia di tipo nevoso sul comparto centro-meridionale europeo.
Escluderemo quasi del tutto la possibilità dell’affermazione di un regime anticiclonico e/o di un regime “zonale” pilotato dalla semipermanente d’Islanda.”
Dunque l’obiettivo appare oggi, alla luce di tutti gli aggiornamenti “modellistici” di questi ultimi giorni, centrato!…
In termini percentuali rimangono intatte quelle menzionate, e cioé che vi sia anche una discreta probabilità che la portata di tale evento possa essere eclatante…
La formazione di un solido connubio fra hp atlantico di matrice dinamica con asse SW/NE e un fortissimo hp di natura termica (1055 hp) sull’alta Russia, potrebbe infatti portare a qualcosa di non episodico ma assai più prolungato: sostanzialmente a partire già dalla prossima domenica (23/1) e fino a fine mese/inizi del prossimo, potremmo trovarci alle prese con un “unicum” freddo/molto freddo ed anche produttivo in termini di fenomenologia nevosa su tutto il centro-nord.
Appaiono a questo proposito eclatanti le ultime emissioni del centro di calcolo di Reading, che ponendo “in fieri” un leggero shift verso ovest di tutta la gelida conca depressionaria (una 520 dam “chiusa” sulle regioni settentrionali e una 528 dam ad abbracciare tutto il Mediterraneo!! geopotenziali da regioni sub-polari!), porrebbero in essere una divergenza suolo/quota che sarebbe estremamente produttiva in termini di precipitazioni: correnti gelide da E/NE al suolo e da W/SW in quota, un mix “esplosivo” che potrebbe portare a grandi nevicate su tutto il centro nord e versante adriatico in genere.
Dunque il “de profundis” di questo inverno che molti già “cantavano”, è seriamente e vistosamente rimesso in discussione da questa possibile e ormai probabilissima evoluzione, un’evoluzione che potrebbe farci ricordare questa invernata come una “di altri tempi”.
Nessun sensazionalismo e nulla di “profetico” in questa analisi, ma la pura e semplice lettura dei GM (Global Models) che ci porta a queste conclusioni, fatto salvo che il nowcasting sarà d’obbligo durante lo svolgersi degli eventi e fatto salvo che proiettarsi oltre le 120/144 h rimane un “gioco” affatto profetico ma comunque ed in ogni caso basato su logiche scientifiche e su calcoli probabilistici derivanti sia dalle emissioni “modellistiche” nonché dalla considerazione di numerosi indici atmosferici già più e più volte trattati (NAO, AO, Blocking Index) e senza scomodare troppo analisi stratosferiche che spesso e volentieri, in anni recentemente passati, hanno altrettanto spesso comportato cocenti delusioni.
Non fraitendiamo: analisi stratosferiche validissime, ma che nelle modalità (dove come e quando) delle ripercussioni in troposfera, molto e troppo spesso hanno poi riservato “sorprese” spiacevoli per noi abitanti del vecchio continente, a tutto vantaggio del “nuovo ” (USA).